Siamo ormai abituati ad avere informazioni in tempo reale e difficilmente rimaniamo sorpresi quando un nuovo modello viene presentato. Tra foto spia e rumors sappiamo (quasi) tutto molto prima dell’arrivo di comunicazioni ufficiali. Ma ci sono le classiche eccezioni che confermano la regola, e oggi siamo al cospetto di una di quelle.
Si perché della BMW 128ti non se sapevamo nulla fino all’altro giorno, quando i nostri colleghi di Motor1 Germania sono andati a provarla al Nurburgring. Un modello completamente nuovo che riporta in auge una sigla scomparsa da tempo. E ora eccovi le prime impressioni di guida del muletto, testato lungo l’Inferno Verde, dal collega Stefan Wagner.
A volte ritornano
Prima di tutto bisogna fare attenzione ai confronti con le piccole e divertenti BMW del passato marchiate ti, come la TI 2002 del 1968 (abbastanza leggendaria) o la 323 ti Compact del 1997 (un po' meno leggendaria). Se non altro perché la Serie 1 oggetto della nostra prova ha la trazione anteriore e il solo cambio automatico.


Se siete un po' delusi, non fatelo, perché la nuova 128ti è stata concepita concentrandosi sull'esperienza di guida e ha una configurazione che promette di essere emozionante. Compresi blocco meccanico dell'asse anteriore, ammortizzatore specifici e pneumatici sportivi Michelin PS 4 di serie.
Bocche cucite
Andreas Stumm, tra gli ingegneri che hanno preso parte alla nascita della BMW 128ti, ci ha confessato che il progetto è stato avviato segretamente circa un paio d’anni fa, grazie al supporto di parte della dirigenza della Casa, desiderosa di avere un modello che si posizionasse tra i 184 CV della 120i e i 306 della M135i.
Un approccio che aveva come obiettivo non quello di creare il modello più veloce del segmento, ma una hot hatch pura e accessibile anche a una clientela più giovane.

Come sempre più spesso accade, il nome non ha naturalmente alcun legame con la cilindrata del motore e sotto il cofano c’è il noto 2.0 turbo benzina derivato (così come il cambio automatico a 8 rapporti) dalla M135i, portato – grazie a modifiche elettroniche – a 265 CV e 400 Nm di coppia. A differenziare i 2 modelli ci pensa anche la trazione, che sulla 128ti è solo anteriore, cosa che ha permesso di risparmiare ben 80 chili di peso, per un totale di 1.445 chili a vuoto.
Il telaio ha subito numerose messe a punto specifiche, elencate qui di seguito:
- Assetto rinforzato e ribassato di 10 mm
- Nuove molle, per un posteriore più neutro e anteriore maggiormente reattivo
- Supporto asse posteriore modificato per rendere l'auto migliore in curva
- Sterzo leggermente meno diretto rispetto alla M135i
- Torsen all’asse anteriore con un grado di bloccaggio leggermente inferiore rispetto alla M135i
- Sistemi di controllo perfezionati
- Impianto frenante della M135i
Tante novità e son sorprende quindi come gli effetti sul comportamento di guida siano notevoli. Questa Serie 1 non ha assolutamente nulla a che vedere con una 118i. Sulle, come sempre, magnifiche strade di campagna intorno al Nürburgring, la 128ti mi ha ricordato maggiormente la nuova Mini JCW GP. Non così estreme né così veloce, ma molto simile come carattere.


C’è poi una sana durezza del telaio che, su asfalti senza imperfezioni la 128ti si sente a posto e non mette in difficoltà i suoi occupanti, Discorso differente invece se si affrontano strade più tormentate, dove ci si sente quasi come su flipper, sballonzolati per via di un assetto decisamente rigido.
C’è poi la maneggevolezza, con la Serie 1 da 265 CV che risulta sempre molto agile, con sterzo veloce, ma non eccessivamente nervoso e che non restituisce tante sensazioni. La 128ti è comunque sempre molto diretta, grazie anche al differenziale anteriore.
Sportiva solida
Chi ama la guida fatta di traversi e svirgolate sull’asfalto potrebbe non apprezzare la nuova nata in casa BMW, per via della trazione anteriore e di un comportamento sempre molto neutro e mai esasperato, nemmeno nelle curve più brutali, lasciando l’acceleratore sperando che il posteriore allarghi, anche di poco.

Ciò che manca però, dal mio punto di vista, è il motore. Certo, ci sono 265 CV e 400 Nm, ma si ha comunque l’impressione che siano un po’ meno. Le prestazioni comunque non sono male: 0-100 km/h in 6,2” e 250 km/h di velocità massima.
Che poi, in realtà, si vorrebbe qualcosa di più solo se – come nel mio caso – ci si ritrova ad ansimare cercando di stare dietro ad un istruttore alla guida di una BMW M2 lungo la Nordschleife. Altrimenti ci si può senza dubbio “accontentare”, con un motore che gira sempre bene e conta su uno scarico dedicato, gradevole all’udito.
Buono anche il cambio automatico a 8 rapporti: nel 90 per cento dei casi non lo si può criticare, ma quando gli si chiede tutto (specialmente in pista) tende ad andare un po’ troppo lungo. C’è poi la questione “purezza”: un'auto sportiva e compatta come questa dovrebbe proporre anche una versione con cambio manuale.


Estrema ma non troppo
Ma alla fine com’è la BMW 128ti? Dopo un’oretta su strada e 3 giri lungo il Nurburgring con un prototipo pronto al 95% si capisce come, in termini di dinamica di guida, sarà profondamente differente rispetto alla Serie 1 normale.
Non è certamente posizionata nello stesso segmento delle ben più estreme Renault Mégane R.S. o Honda Civic Type R, ma è comunque divertente. Anche in pista può dire la sua. Bisogna giusto fare l’abitudine sul settaggio delle sospensioni e la risposta – a volte – un po’ brusca dello sterzo.
Purtroppo non posso ancora dire come sarà l’equipaggiamento di serie, né dire alcuna parola sullo stile. Bisognerà attendere il 7 ottobre per la presentazione ufficiale.
Compatte e sportive, ma senza esagerare