I veicoli elettrici a batteria sono la grande scommessa del settore automobilistico. Tuttavia, ci sono alcune aziende (Toyota, Hyundai e Honda) che stanno lavorando ad un'altra forma di trazione rispettosa del clima: le celle a combustibile a idrogeno.
I nostri colleghi di Motor1 USA hanno avuto l'opportunità di guidare l'ultima nata del segmento, ovvero la nuova generazione di Toyota Mirai, che si inserisce in un settore di mercato composto da Honda Clarity Fuel Cell e Hyundai Nexo.
Tutta un'altra auto
Nuovi i contenuti, nuovo lo stile, più affine per certi aspetti alle specifiche di una Lexus piuttosto che di una Toyota. Di fatto rimane una vettura che, al momento, è destinata ad una nicchia di potenziali clienti visto che, secondo i dati del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti, ci sono solo 45 stazioni di rifornimento pubbliche di idrogeno, e 44 di queste sono in California.
Fotogallery: Nuova Toyota Mirai, la prova su strada in anteprima
Rispetto alla precedente generazione, il passo avanti è tangibile sotto ogni punto di vista. Toyota inoltre ha sviluppato la nuova Mirai su di una piattaforma a trazione posteriore, utilizzata anche dall'ammiraglia Lexus LS.
La porzione anteriore presenta un cofano particolarmente lungo, completato da fari triangolari con lunghe strisce di luci a LED. Sotto il badge Toyota si palesa una griglia piuttosto grande, simile a quella del modello Avalon, mentre il profilo laterale ricorda quello di una coupé, quasi fosse la copia giapponese dell'Audi A7.
Per quanto concerne la sezione posteriore infine, è il gruppo ottico formato da un'unico elemento a risaltare nel complesso. Ma il dettaglio che ci ha colpito di più è la vernice Hydro Blue, perfettamente incastonata nel design.
Saliamo a bordo
I grandi cambiamenti caratterizzano pure gli interni. Probabilmente è la Toyota "più Lexus" che ci sia mai capitato di testare. Finiture di qualità in morbida ecopelle e plastica testurizzata alimentano la percezione di lusso. Questo modello Limited include anche divertenti finiture con effetto oro rosa - o, forse meglio dire, rame - che “tracciano” i pannelli delle porte e altre parti del cruscotto e che si trovano persino intorno ai portabicchieri.

Ad attirare l'attenzione è la scenografia realizzata dalla plancia. Ogni Mirai è equipaggiata di un sistema di infotainment provvisto di un display touchscreen centrale da 12,3 pollici, insieme a un quadro strumenti digitale da 8 pollici. I modelli Limited sono poi provvisti di una serie di accessori dedicati, come il climatizzatore a tre zone, i sedili anteriori riscaldati e ventilati, il volante rivestito in pelle e l'head-up display.
Complicanze nello spazio
Per quanto visivamente l'aspetto sia piacevole, l'apparato multimediale non è dei più immediati disponibili sul mercato. Le informazioni sono dappertutto e i layout dei menu sono molto confusi. Inoltre, la grafica a tema viola sembra molto indietro rispetto ai tempi, per un'auto dal sapore altrimenti futuristico.
Fortunatamente ci sono comfort e spazio a risollevare la situazione. Dopotutto, le affinità in termini di centimetri sono paragonabili a quelle offerte dalla Lexus LS. Peccato solo per il vano bagagli, che ha una capacità di soli 271 litri. Decisamente inferiore rispetto ai 427 della più compatta Toyota Camry.
Massima sicurezza
Il tempo necessario per riempire i tre serbatoi destinati all'idrogeno è leggermente superiore a quello che impieghereste per fare il pieno di benzina alla vostra auto “normale”. Certo, trasportare un tale elemento richiede degli standard di sicurezza elevatissimi. Di fatto ciascun serbatoio è rinforzato con fibra di carbonio e con un polimero a sua volta rinforzato in fibra di vetro.
Gli ingegneri Toyota sono arrivati al punto di spararci sopra e di dar loro fuoco, per assicurarsi che fossero solidi come una roccia.
La formazione in campo
Sotto il cofano c'è una pila di celle a combustibile, che assomiglia un po' ad un motore a quattro cilindri, almeno per quel che riguarda il "coperchio". Una raffica di fili arancione brillante indirizza l'alimentazione dalla cella a combustibile direttamente alla batteria agli ioni di litio, montata sul pavimento, che ha una capacità di soli 1,24 kWh: c'è un flusso costante di energia dalla cella, quindi la batteria può essere piccola.
Da lì, l'elettricità si sposta su un singolo motore elettrico sull'asse posteriore, inviando infine la potenza alle ruote posteriori.
Il clou della Toyota Mirai è l'autonomia dichiarata, pari a 647 km, ovvero un miglioramento del 30% rispetto alla versione precedente. Meno entusiasmante è la potenza del motore elettrico: 182 CV e 300 Nm di coppia motrice. Dopotutto, l'auto pesa quasi due tonnellate. E infatti, si arriva a 100 km/h in poco meno di 10 secondi.
Sognando la California
Sulle strade tra le contee di Orange e San Diego, la Mirai si sente a proprio agio... ma come un veicolo elettrico con scarse prestazioni. La coppia è ovviamente istantanea, ma sin troppo “rilassata” dopo il primo accento iniziale. Quando devi affrontare una rampa, dunque, è meglio non avere alcuna remora con il pedale dell'acceleratore.

Sulla meravigliosa Ortega Highway siamo passati dalla modalità di guida Normale a quella Sport, che migliora leggermente il quadro prestazionale della Mirai, rendendo lo sterzo più solido e l'acceleratore più reattivo.
Il rollio è ampiamente percettibile, con movimenti evidenti del corpo vettura. I freni fanno del loro meglio, ma la massa dell'auto rende il lavoro difficile. In definitiva, questa è una berlina grande e pesante che non ama essere trattata come fosse una sportiva.
Serve il mood giusto
Ma fermiamoci un attimo e ricordiamoci che quest'auto è pensata per essere adatta a chi fa il pendolare. È una vettura comoda, ma soprattutto che non inquina.
Comfort e comodità sono le sue specifiche più importanti, ed è pure particolarmente silenziosa.
Solo a velocità autostradali si percepisce il rumore del vento, ma è normale quando non hai un motore termico che copre (parte) dei suoni dall'esterno.
A proposito di suoni, la Mirai offre un rumore artificiale che "pompa" nell'abitacolo in accelerazione. E non è propriamente piacevole: meglio spegnerlo e affidarsi al sistema audio JBL.
Sicurezza su tutti i fronti
Parte della dotazione standard è il Toyota Safety Sense 2.5 Plus. Presenti all'appello sono la frenata di emergenza automatica con rilevamento dei pedoni, l'assistenza alla partenza e il cruise control adattivo. Quest'ultimo lo abbiamo testato lungo un tratto di guida in autostrada e siamo rimasti colpiti dal suo comportamento.
Pensata per l'America
Gli Stati Uniti sono il più grande mercato al mondo per i veicoli fuel cell. E, a dirla tutta, la California è il mercato più importante per questo tipo di vetture. Toyota prevede di poter vendere circa 3.200 unità, un volume estremamente basso per gli standard dell'azienda.
Chi fosse interessato alla Mirai deve però soddisfare almeno una peculiarità: vale a dire la vicinanza alle stazioni di rifornimento.
I prezzi per il mercato americano partono da 49.500 dollari (40.398 euro al cambio attuale), ovvero 9.000 dollari (7.345 euro) in meno rispetto alla sua progenitrice. Il modello Limited, quello che abbiamo testato, è invece offerto a 66.000 dollari (53.864 euro). Guardando ai competitor, la Hyundai Nexo negli Stati Uniti costa 58.735 dollari (47.935 euro), mentre la Clarity Fuel Cell di Honda parte da 379 dollari al mese (309 euro).
Toyota Mirai