"Ma non avete paura di una cannibalizzazione ai danni della Kona?" Questa la domanda che più volte è stata fatta agli uomini marketing durante la presentazione della Hyundai Bayon, il nuovo crossover piccolo (il termine tecnico è segmento B) della Casa coreana. Ed è una domanda lecita perché a guardare la scheda tecnica i 4,18 metri di lunghezza sono pericolosamente vicini ai 4,2 della Kona.
Eppure si tratta di 2 modelli profondamente differenti tra di loro, con la Bayon a rappresentare l'entry level al mondo delle Hyundai ad assetto rialzato, senza per questo essere un modello che impone chissà quali rinunce in termini di comfort e tecnologia. Solo a livello di motorizzazioni bisogna cedere, con il mild hybrid a rappresentare l'unico tipo di elettrificazione disponibile.
Hyundai Bayon, esterni
Completiamo la carta d'identità: detto della lunghezza di 4,18 metri la lunghezza è di 1,77, l'altezza di 1,5 mentre il passo misura 2,58 metri, con altezza da terra di 16 cm. Meno dei SUV, più di una classica compatta, con uno stile altamente personale che pesca sì da quello delle sorelle, aggiungendo tratti tipici già all'anteriore, anche se è dietro che esce il carattere della Bayon.
La coda si "spezza" con una linea caratterizzata da una sottile fascia catarifrangente, a unire le luci a sviluppo verticale con con disegno a boomerang. Trattandosi di un crossover poi, al di là dell'altezza da terra maggiorata, ci sono elementi che strizzano l'occuio alla marcia su sterrato come skid plate anteriori e posteriori e le protezioni nere per i passaruota. Un design che ha fatto e fa discutere, ma che senza ombra di dubbio dà carattere al crossover coreano, differenziandolo non solo dal resto della gamma ma anche dalla concorrenza.
Hyundai Bayon, interni
Se le misure esterne sono contenute, all'interno della Hyundai Bayon sembra di stare un modello di un segmento superiore, specialmente dal punto di vista della capacità di carico: 411 litri che diventano 1.205 quando si abbattono gli schienali dei sedili posteriori. Peccato però che sulla versione mild hybrid il modulo elettrico rubi spazio utile, tagliando di 90 litri lo spazio utile.
Spazio che non manca nemmeno in abitacolo, dove anche i più alti si trovano a loro agio sul divanetto posteriore, con le ginocchia che non sfregano sugli schienali anteriori e tanta luce tra testa e cielo del tetto. Le sedute sono comode, anche per chi siede in mezzo, peccato però che manchino le bocchette posteriori per l'aria condizionata, mentre è presente (sull'allestimento più ricco) la presa USB di tipo A.
Lo stile della plancia riprende in pieno quello della Hyundai i20, dalla quale la Bayon eredita la piattaforma, con strumentazione digitale e monitor touch per l'infotainment sistemato in posizione rialzata. Monitor disponibile in 2 versioni: 8 o 10,25", col primo che offre la compatibilità wireless con Android Auto ed Apple CarPlay, mentre il più grande obbliga a usare ancora il cavo per effettuare il mirroring del proprio smartphone. Peccato.
Peccato anche per la strumentazione digitale, con grafica chiara e che non soffre la luce diretta del sole, ma si limita in sostanza a mostrare le numerose informazioni nella parte centrale, con tachimetro e contagiri che possono cambiare la loro forma, ma non si ha la possibilità di – ad esempio - avere la mappa del navigatore a tutto schermo
Anche a livello di qualità siamo in linea con quanto visto sulla i20: plastica rigida quasi ovunque, ma assemblata con cura e senza preoccupanti scricchiolii.
Hyundai Bayon, la guida
Come scritto all'inizio Hyundai Bayon fa a meno dell’elettrificazione più spinta e semplifica al massimo la gamma con 2 motorizzazioni: l’aspirato di 1,2 litri da 84 CV e il 1.0 mild hybrid da 100 CV. Entrambi abbinati esclusivamente alla trazione anteriore e, ma solo optando per la versione con elettrificazione leggera, il cambio automatico doppia frizione 7 rapporti o il manuale 6 marce iMT6 con frizione a controllo elettronico.
Un bel cambio, morbido del funzionamento con la leva corta e precisa negli innesti, mai contrastati, con pedale della frizione altrettanto morbido ma non spugnoso, con un buon feeling ma che non affatica nei continui cambi di marcia tipici del traffico cittadino.
Una trasmissione accoppiata, nel mio caso, al 1.0 mild hybrid che non stupisce – né vuole stupire – per pronte ripartenze o una risposta istantanea a ogni pressione sul pedale dell’acceleratore, con 10,3” impiegati per passare da 0 a 100 km/h. Unità tranquilla con anima da passista, non esagerata per regalare relax e consumi contenuti, con una media rilevata pari a 15,6 km con un litro.
La parola d'ordine sembra essere "relax", anche per quanto riguarda l'assetto, che però sui dossi più alti restituisce risposte un po’ troppo secche. Ma è l'unico frangente in cui viene a galla una certa rigidità, mentre in generale il comportamento è morbido con rollio è appena accennato. Un’auto ben bilanciata, così come lo sterzo, preciso e col carico che cambia – anche se di poco – al variare delle modalità di guida: più leggero in Eco mentre in Sport diventa lievemente più diretto.
Hyundai Bayon, curiosità
Il nome del nuovo crossover coreano si rifà alla cittadina francese di Bayonne e si sarebbe portati a pronunciarlo così come lo si legge. La pronuncia corretta invece è Beyon, all'inglese.
Hyundai Bayon, i prezzi
Due sole motorizzazioni e 2 soli allestimenti: Xline e Xclass, col prezzo di partenza fissato a 19.400, con dotazione di serie già piuttosto completa: monitor touch a 8” touch, strumentazione digitale, mantenitore della corsia, luci diurne LED e frenata automatica d’emergenza.
Con la Bayon Xclass si aggiungono luci full LED, vetri posteriori oscurati, cruise control, sensori di parcheggio anteriori e posteriori. Sono poi ancora 2 i pacchetti aggiuntivi disponibili: quello per avere il tetto nero a contrasto (600 euro) e il Safety & Tech che comprende monitor touch da 10,25”, servizi online Bluelink, parking assist e cruise control adattivo, quest’ultimo però disponibile unicamente in abbinamento con la trasmissione a doppia frizione.