Nel 2019 Volkswagen si è confermato il primo gruppo automobilistico al mondo per numero di vetture vendute. Con 10,96 milioni di auto, ha superato Toyota, che si è fermata a 10,74 milioni. Nel 2020 il gruppo dovrebbe confermare la leadership, per quanto le cose siano andate un po’ peggio: causa pandemia, nei primi 8 mesi dell’anno le consegne sono diminuite del 21,5% passando dai 7,1 milioni dello scorso anno agli attuali 5,6.
Covid-19 a parte, a Wolfsburg devono affrontare anche un problema di redditività generale. Avendo tanti marchi e dovendo sostenere allo stesso tempo ingenti investimenti sia sul fronte delle auto elettriche sia su quello delle vetture tradizionali, i margini non sono così alti. Tanto che pare che i vertici si incontreranno a novembre per discutere una profonda riorganizzazione dei brand di nicchia come Lamborghini e Bugatti.
Meno volumi, maggiore diffusione
A fronte di tutto questo, i segnali positivi non mancano. Durante l’Annual General Meeting il CEO Herbert Diess ha posto l’accento sul fatto che percentualmente il gruppo ha conquistato quote di mercato, salendo a livello globale dello 0,4% rispetto al 2019 e arrivando al 13%.
La penetrazione della Casa è aumentata sia in Europa (+0,8%; al 23,7% di quota), per quanto proprio nel Vecchio Continente le vendite abbiano subito il calo peggiore con un -30,9%, sia in Cina, dove a fronte di un -11,5% in termini di volumi Volkswagen ha raggiunto approssimativamente il 20% di quota di mercato.
Dividendi tagliati, ma prospettive di crescita
All’Annual General Meeting è stato annunciato anche il dividendo 2020, che sulle azioni ordinarie si è attestato a 4,8 euro al posto dei 6,5 previsti e per le azioni privilegiate è sceso da 4,86 a 6,56 euro. “La decisione non si basa su una mancanza di solidità finanziaria – ha spiegato Diess – ma sulla necessità di riconsiderare l’allocazione delle risorse tenendo conto dell’enorme impatto che la pandemia ha avuto e continua ad avere sull’azienda”.
Dopo il pagamento dei dividendi, in effetti, l’azienda potrà comunque contare su un utile netto di 855 milioni di euro, che saranno riportati all’esercizio del prossimo anno. Andranno a rafforzare le strategie di investimenti che serviranno per proiettare il gruppo verso il futuro. Vediamo come.
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Porsche verso l’elettrico e Audi verso il premium
Parlando di singole Case, le intenzioni dei vertici del gruppo sono chiare. Porsche sarà sempre più elettrica. Si pensa che entro il 2025 oltre la metà delle auto prodotte a Zuffenhausen sarà elettrificata. Già oggi, in effetti, la Taycan è la più venduta del brand, e con l’arrivo della Macan EV i numeri delle auto a zero emissioni sono destinati a salire di molto.
Per Audi invece gli obiettivi sono diversi. La transizione energetica resta una priorità anche per la Casa dei Quattro Anelli, che però punta principalmente ad affermarsi come punto di riferimento tra le vetture premium sia sotto l’aspetto tecnico e tecnologico, sia sotto l’aspetto stilistico.
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Audi, sotto la guida di Markus Duesmann, ha dato avvio anche al programma Artemis per lo sviluppo di un’auto elettrica di nuova generazione, dotata del sistema operativo proprietario VW.OS e di dispositivi e soluzioni tecniche ancora in fase di sviluppo.
Volkswagen fa rima con ID
Per quanto riguarda il marchio “principale”, la strategia è chiara. La Casa insiste sullo sviluppo dei modelli storici, dalla Golf (che si appresta a inserire a listino le versioni GTI e GTE) in giù, ma vede nella ID.3 e soprattutto nella ID.4, che sarà la prima elettrica della nuova famiglia ad essere venduta sui tre principali mercati mondiali (Cina, USA ed Europa) il modello chiave per gettare le basi del proprio futuro a zero emissioni.
Le previsioni di VW sono di vendere nel 2025 1,5 milioni di elettriche all’anno e di queste, almeno nelle intenzioni, 0,5 milioni saranno proprio ID.4.
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Una scossa anche a Skoda, Seat e Cupra
L’elettrificazione pare essere il comune denominatore anche quando si parla del futuro degli altri marchi: Skoda, Seat e Cupra. Skoda, ad esempio, ha appena lanciato la prima EV su base MEB: la Enyaq.
I brand spagnoli si cimentano nella nicchia delle auto dal look aggressivo e le prestazioni brillanti proponendo due idee di sportività, con Cupra, che si posiziona un gradino più in alto di Seat, con sole vetture elettrificate e Seat con una gamma più articolata.
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Supercar e hypercar in ottima salute
Tornando su Lamborghini e Bugatti, la Casa tedesca sta cercando di capire come i due marchi possono affrontare le sfide che si troveranno davanti da oggi in avanti. In un mondo in cui l’elettrificazione sta diventando imprescindibile, si dovrà trovare il modo di rendere le supercar ancora attraenti: moderne ma non slegate dalla tradizione.
Intanto, però, sia Lamborghini sia Bugatti godono di ottima salute, con la Casa di Sant’Agata che, trainata dal successo della Urus, ha chiuso il 2019 con 4.554 vetture vendute e il brand francese che è riuscito a piazzare 82 auto tra i miliardari di tutto il mondo.
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La trasformazione digitale
Tutto questo si inserisce in un quadro più ampio. Quello che Diess ha definito trasformazione digitale. Il passaggio da motore termico a motore elettrico è il più semplice che le Case automobilistiche devono affrontare per restare competitive. La vera sfida, per il numero uno del gruppo sarà quella di trasformare un costruttore di auto in un’azienda di servizi.
Per crescere si deve essere all’avanguardia in termini di intelligenza artificiale, connettività, guida autonoma, software, collegamenti con l’infrastruttura, abbonamenti… Solo arricchendo l’esperienza dei clienti e agevolandoli nell’uso dell’auto si potrà mantenere un ruolo di leader nel settore della mobilità.
Volkswagen ha intenzione di investire con decisione in questo campo per creare un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza. Per questo Diess crede che l’obiettivo di arrivare a 200 miliardi di capitale sociale nel 2025 (oggi sono 72,5) sia ancora raggiungibile.