Un solo telaio e tanti modelli diversi, condividendo il più possibile gli elementi esterni, a partire dal frontale, e cambiando il carattere dell’auto: in epoca industriale ci sono stati innumerevoli casi simili, dai primissimi carrozzieri all’attuale era informatizzata.

Una bella sfida per un designer, che deve riuscire con pochi tratti caratteristici a cambiare la natura di un’auto, personalizzandola il più possibile e a volte modificandone totalmente la percezione esterna.

Oggi una medesima piattaforma è usata per veicoli più alla moda, come i SUV: in questa categoria, la condivisione avviene soprattutto tra SUV e SUV coupé, che hanno semplicemente la linea del padiglione più bassa e arrotondata.

Più complicato, però, è saper gestire le varianti di una carrozzeria tradizionale, cercando di dare il giusto carattere ad ogni modello, e creando magari qualcosa di nuovo: senza voler esaurire l’argomento, ma solo cercando di dare qualche idea, vediamo qualche esempio.

Una base, più modelli: tanti esempi dal passato

Ci sono Case che hanno sfruttato moltissimo questo principio, creando linee differenti di modelli: restando in Italia, pensiamo a Fiat Tipo, Tempra e Tempra SW, oppure Lancia Delta e Prisma berlina e station, o più tardi Delta e Dedra.

Ma pensiamo anche alla penultima Audi A3, che poteva contare sulla 3 porte e la 5 porte a due volumi, la sedan a tre volumi e la cabriolet a due porte ma con la coda della berlina. Oppure ai primi progetti di Renault Megane, che per la prima volta, oltre a coupé e cabriolet, introducevano anche le monovolume Scenic.

Quando la berlina si trasforma senza passare dal SUV
Lancia Dedra
Quando la berlina si trasforma senza passare dal SUV
Lancia Prisma
Quando la berlina si trasforma senza passare dal SUV
Lancia Delta Integrale

Station Wagon e Sedan: quando il volume posteriore era un’aggiunta

La situazione più problematica avveniva spesso con le versioni station wagon: questo perché da un lato il primo modello ad essere progettato era la berlina, a due o tre volumi, e poi perché inizialmente la station era vista come vettura utile, legata ad esigenze di carico di vario tipo, più che all’immagine.

Dal punto di vista del design, prevalevano due soluzioni: quella alla tedesca, con un prolungamento della linea di cintura e una coda piatta e semplice, o quella alla francese -con Heuliez in prima linea, che prevedeva invece un innalzamento del tetto per ampliare ulteriormente il volume posteriore, cercando di rendere unitarie le linee laterali, quasi sempre con la finestratura posteriore interrotta da un montante. Si trattava sempre e comunque di un'aggiunta posteriore.

Quando la berlina si trasforma senza passare dal SUV
Volkswagen Jetta Mk. I

La stessa cosa, se non peggio, avveniva per le versioni a tre volumi, derivate da quelle a due: modelli graditi solo in determinati mercati, nascevano spesso con la semplice apposizione di un volume, in modo anche piuttosto evidente.

Pensiamo, ad esempio, a Golf e Jetta prima serie, o per noi italiani a modelli come Fiat Uno e Duna berlina e Station Wagon, tutte di Giugiaro ma con evidenti differenze di proporzioni. Gli esempi però sono tantissimi, molti dei quali neppure arrivati nel mercato italiano.

Anche oggi ci sono modelli con carrozzerie a due e tre volumi: nel listino attuale, ad esempio, le versioni a due e tre volumi di Audi A3, Mazda 3, Mercedes Classe A, BMW Serie 1 e 2 Gran Coupé. Tutte, però, con un design curato e caratterizzato, nell'insieme e nei dettagli.

Quando la berlina si trasforma senza passare dal SUV
FIAT Uno
Quando la berlina si trasforma senza passare dal SUV
FIAT Duna

La cura del design per ogni versione: il caso Fiat Tipo

La Fiat Tipo nasce dal più ampio progetto Aegea, per la realizzazione di una world car venduta in 50 paesi, prodotta all’estero, ma progettata e disegnata a Torino. Non a caso, il primo modello ad essere stato presentato non è stata la due volumi, come ci si sarebbe aspettato in Europa -e in Italia in particolare, ma la tre volumi.

Giro del mondo in Fiat Tipo
FIAT Tipo 4 Porte

Dal design studiato nei minimi dettagli fin dall’inizio, la coda della Tipo a tre volumi non è un innesto, ma è frutto di una progettazione unitaria: il montante C è rastremato, con un lieve gradino per ospitare il lunotto stretto e inclinato; la piega del parafango posteriore si innesta con quella inferiore dello scudo, mentre la linea di cintura prosegue nei fari avvolgenti, che continuano nel cofano solo nella parte superiore, uniti da un listello cromato.

Alla sommità del cofano si forma naturalmente una sorta di spoiler, mentre I fari e il vano targa disegnano un’area arcuata, che è l’elemento di contatto con le versioni a due volumi.

Fiat Tipo 5 porte
FIAT Tipo 5 Porte

La Tipo a 5 porte, mantiene la stessa finestratura della versione a 4 porte, mentre il montante è il risultato dell’unione tra il finestrino della porta posteriore e il lunotto arrotondato e alto, avvolto da spoiler, con una soluzione di scuola Alfa 147. In coda, cambiano ovviamente le forme dello scudo e del lunotto, con i fari questa volta prolungati all’interno, che vanno a definire un’area più ampia rispetto al “listello” della 4 porte.

Fiat Tipo station wagon restyling (2020)

Per realizzare la Station Wagon, si è prolungato in maniera molto naturale il finestrino della portiera, dall’andamento differente, con l’aggiunta di una luce posteriore; il resto, però, mantiene la stessa ripartizione rispetto alla due volumi, con dimensioni diverse dovute alla maggiore ampiezza del vano di carico.

Tre versioni ben definite esteticamente, oggi arricchite anche dalla più alta Cross, che differenziano bene i modelli a due e tre volumi senza dare mai l’impressione di un'aggiunta successiva, e con la condivisione del frontale e di molti componenti, utile anche per il contenimento dei prezzi.

Fiat Tipo 5 porte restyling

Un approccio classico: la Volkswagen Golf 8

Da sempre la Golf Station Wagon, a volte presente nel nostro mercato anche come Jetta, ha avuto il sapore di derivata dalla berlina: questo però è stato sempre meno evidente, grazie alla cura del design. Il segreto sta nei modi di produzione moderni, certamente, ma anche nella progettazione integrata di tutte le varianti.

Volkswagen Golf Variant R-Line (2020)
Volkswagen Golf 8 Variant

Nella Station Wagon, sollevando lievemente l’arco del tetto e aggiungendo un finestrino laterale, ben collegato a quello modificato della porta posteriore, si è ottenuto un vano di accesso al bagagliaio che ha permesso di riproporre in modo sostanzialmente identico alla berlina gruppi ottici, portellone e scudo.

L’effetto complessivo, tuttavia, è diverso, perché la vettura, senza esagerare nello sbalzo posteriore, appare visivamente allungata, e sembra anche un poco più alta con le barre sul tetto.

Volkswagen Jetta GLI (2019)
Volkswagen Jetta GLI

Da noi non è più arrivata la Jetta, attualmente in vendita solo al di fuori dell’Europa: l’ultima versione italiana, la A6, mostrava però un design che tendeva già ad essere indipendente rispetto a quello della Golf, pur condividendone il pianale; lo stesso accade per l’attuale modello statunitense.

La ricerca della novità: Hyundai i30 e Kia Ceed

Nella differenziazione delle carrozzerie, partendo da un frontale comune, si cercano anche soluzioni nuove: in realtà non nuovissime, perché già testate in modelli storici, ma tutto sommato originali rispetto alle attuali vetture in commercio.

Già da tempo, ad esempio, le grandi berline tedesche prevedevano le versioni berlina a 4 porte e station wagon, ma anche fastback a 5 porte, con una coda sfuggente come una coupé, e il portellone posteriore. Di queste rimane ad esempio la Mondeo, ormai a fine carriera, che è a 4 porte se a gasolio e a 5 se ibrida.

Con i propri modelli di segmento C, Hyundai e Kia hanno creato tre varianti diverse di carrozzeria, escludendo le crossover. La i30 è disponibile nella versione berlina due volumi o wagon, di impianto tradizionale, ma c’è anche un’originale i30 Fastback.

Hyundai i30 fastback restyling (2020)
Hyundai i30 Fastback

In memoria delle coupé a tre porte con il portellone, ben diffuse in Europa tanto tempo fa, la Fastback ha un piccolo finestrino dietro quello della porta posteriore che si solleva lievemente verso l’alto, mentre tetto e lunotto scendono verso la coda senza soluzione di continuità, fermandosi solo nello spoiler posteriore.

In pratica è come una coupé, grazie anche ad un’altezza visiva proporzionalmente bassa e alle linee affusolate, ma ha il portellone e 5 porte, garantendo adeguate capacità di carico.

Kia ProCeed
Kia Proceed

In casa Kia si procede allo stesso modo: alla Ceed 5 porte e alla più tradizionale Sportswagon si affianca la Proceed. A differenza della station wagon, qui la finestratura laterale disegna un arco quasi perfetto, un po’ in stile tedesco, mentre il portellone è più arrotondato, con un montante che segue più o meno l’andamento del finestrino posteriore.

L’effetto è di una vettura lunga e bassa, quasi una shooting brake ma a 5 porte, che nella versione GT sa anche essere particolarmente pepata. Nell’era dei SUV, dello spazio in abbondanza e delle vetture alte, questi modelli rappresentano le sostitute delle tradizionali coupé, senza perdere molto in versatilità, e mantenendo una simile immagine sportiva.