Nuove tecnologie nelle automobili: per un designer può essere una difficoltà, ma diventare anche un’opportunità. Immaginiamo cosa può essere successo in Renault ormai una dozzina di anni fa, al lancio della primissima Zoe Concept: il paradigma delle automobili elettriche del futuro, per la famiglia allora chiamata Z.E.
Per la prima volta, si poteva ridefinire tutto, ponendo le basi per i futuri modelli di una intera gamma: la disposizione interna del motore, le batterie, le diverse esigenze di raffreddamento, l’aerodinamica per migliorare efficienza e autonomia. E anche i nuovi sviluppi dell’elettronica di bordo, non solo di controllo e guida ma anche di comunicazione.
Nell’arco di dodici anni, Renault ha attraversato tre fasi, in qualche modo procedendo un po’ a ritroso: l’avveniristica Zoe Z.E. Concept, la moderna e rassicurante Zoe di serie attuale, la futura R5 Prototype per il 2023, che rientra a tutti gli effetti nell’ambito del retro-design. Proviamo ad osservare il design delle tre vetture, cercando di interpretarne anche la logica.
Zoe Z.E. Concept (2009), l’avveniristica
Nel periodo di lancio della generazione Z.E, Renault elettrificava modelli esistenti, come la Fluence -la Mégane a tre volumi- o la Kangoo. Due modelli, tuttavia, erano orientati verso l’applicazione esclusiva del design verso il futuro elettrico.

Uno è l’attuale Twizy, che in qualche modo ha reinventato il segmento del quadriciclo urbano con soluzioni ingegnose e gradevoli, ma che non è propriamente un’automobile. L’altra vettura è la Zoe Z.E. Concept, presentata al Salone di Francoforte del 2009: qui il gruppo di design, guidato da Patrick le Quément prossimo alla pensione, si sbizzarrì notevolmente.
Trattandosi di una concept car futuribile, che avrebbe dovuto lanciare idee per le auto elettriche per tutti del futuro, questa primissima Zoe non era identificabile con un modello già presente nella gamma Renault, attuale o passata, ma neppure con una tipologia di vettura già disegnata.
Era ispirata in qualche modo a forme naturali, come il bio-design degli anni ’90, con le curiose porte anteriori ad apertura verticale e quelle posteriori a elitra comprendenti anche il vano bagagli. L"insieme era piuttosto compatto, superando di poco i 4 metri, con una pianta simile alla Clio di allora.
Una 2+2 dall"aerodinamica particolarmente curata e dall"abitacolo tondeggiante, ma anche con originali elementi di dettaglio, per il trattamento delle superfici o per le forme dei parafanghi, tra loro collegati graficamente, destinati ad accogliere i generosi cerchi da 21”. Altra caratteristica, gli esagoni progressivamente più piccoli delle aperture del lunotto, un elemento geometrico sempre legato alla natura.

E in effetti, nelle forme erano nascoste soluzioni tecniche all’avanguardia, come lo spoiler posteriore nascosto ad attivazione automatica e con luci di stop a LED integrate, la fanaleria a LED blu coperta da gel poliuretanico trasparente, o il tetto capace di regolare la temperatura interna e recuperare energia grazie all’integrazione di celle fotovoltaiche.
Qualcosa è arrivato fino ai nostri giorni: ad esempio, le telecamere al posto degli specchietti, che rendono ancora più pulito il design della fiancata, oppure lo schermo TFT protagonista degli interni, e in grado di fornire informazioni sulla meccanica e sulla navigazione, oltre alle funzionalità avanzate di infotainment.
Una vettura elettrica progettata ex-novo, insomma, doveva essere qualcosa di mai visto prima, con soluzioni proprie di una concept car, ma pensate come forma ideale per l"impiego di tecnologie futuribili. Senza perdere né il grado di comfort di una francese -ad esempio, con gli aromi attivi o il vaporizzatore detossificante dell’impianto di condizionamento, né la sportività, grazie all’aerodinamica e alla disposizione dei sedili.
Zoe Preview (2012) e le tre generazioni di Zoe di serie
Alla fine del 2009, Laurens van den Acker, proveniente da Mazda, diventa il nuovo responsabile dello stile Renault. Cambiano molte cose, e tra queste anche l’approccio alle forme delle vetture, impostate sull’”uomo”, e quindi su bisogni effettivi dell’automobilista o del passeggero, ma anche sull’immediata percepibilità del “bello”, con linee sinuose e dinamiche.

La Renault Zoe Preview, al debutto al Salone di Parigi 2012, è il primo esempio dell"evoluzione dell"idea Zoe in versione di serie. Chiaramente, ci sono soluzioni da Salone, come l’ampio parabrezza, i toni di blu, anche qui l’abitacolo considerato come un salotto profumato.
E sono presenti tutti gli elementi già anticipati da altre concept: la vettura è sostanzialmente un uovo rassicurante, secondo canoni estetici dalla lunga storia, compresa la stessa Twingo prima serie, che però era ancora più monovolume.
L’abitacolo è ampio e confortevole come una piccola berlinetta, le forme arrotondate permettono una buona aerodinamica, e le soluzioni ad effetto si concentrano più che altro nei dettagli o all’interno.
Però, la percezione immediata del bello porta ad una diversa riflessione sulla filosofia della prima elettrica per tutti: a differenza della Zoe del 2009, siamo di fronte ad un’auto dal design subito percepito come gradevole dal pubblico, ma anche tradizionale.

Il cambio di tecnologia, insomma, non deve spaventare, ma semplicemente dare l’idea di un’auto moderna e in continuità con un passato al quale l’automobilista è già abituato. Anche gli interni di serie, tutto sommato, mantengono questo impianto classico, con uno schermo centrale che è diventato poi un modello per tutte le altre Renault.
Accanto alla Zoe, divenuta poi un modello di produzione, ci sono sempre state anche Renault con motore termico, come Twingo, Clio o Megane: la Zoe è tecnicamente un mondo a parte, ma integrata nello stesso contesto.
E c’è da dire che il modello è esteticamente più o meno lo stesso dal 2012: alla fine, la scelta un po’ conservativa di realizzare una compatta gradevole senza troppi fronzoli si è rivelata stilisticamente efficace, potenziando nel tempo le doti meccaniche e informatiche.
Renault R5 Prototype: il futuro guarda al passato
Dopo le vicende che hanno coinvolto il CEO Renault, Carlos Ghosn, uno dei principali fautori della rivoluzione elettrica, è arrivata l’era di Luca De Meo, che nell’illustrare il progetto Renaulution per il rilancio del marchio, ha stupito tutti nel gennaio 2021 presentando la concept car Renault R5 prototype.

Il responsabile generale del design è sempre Laurens van den Acker, mentre quello di progetto è Gilles Vidal, in arrivo da Peugeot. Dopo alcuni anni di design abbastanza fermo sulle posizioni di partenza, sono arrivati nuovi input dall’alto, per il rilancio del marchio a partire dalla sua storia.
Con la Renault 5 prototype siamo di fronte ad un caso di retro-design che in Casa Renault aveva avuto in tempi recenti soltanto un esempio: la Alpine Renault A110. E, non a caso, Alpine è tornata ad essere un brand indipendente, dedicato allo sport, come già fatto con Abarth in casa Fiat, in un primo tempo con motorizzazioni termiche tradizionali.
Per guardare indietro al percorso di Renault, si è partiti quindi da una delle best seller della storia moderna della casa, la Renault 5. Si tratta, ovviamente, ancora di un prototipo, poiché la versione di serie, che potrebbe sostituire la Zoe, arriverà non prima del 2023, e avrà sicuramente delle differenze: tuttavia, qualcosa si può subito osservare.

Intanto, c’è un richiamo alla prima R5 Turbo, quella estrema con il motore posteriore-centrale: lo avevamo già visto nella definizione della fiancata della nuova Twingo, anch’essa con motore dietro. Qui i parafanghi non sono aggiunti ad un corpo vettura più stretto, ma integrati nel contesto: molto marcati e squadrati come gli originali, per ospitare ruote grandi e larghe, permettono però di salvaguardare l’aerodinamica grazie ad una fiancata rientrante ben sagomata.
Sull’intera larghezza è definito il frontale, che, a parte la scritta luminosa e gli effetti LED da concept car, è basato sulle luci diurne rettangolari in basso che ricordano gli storici fendinebbia, e soprattutto sulla linearità della combinazione fari, nuovo logo e linea di raccordo, con uno schema tratto dal frontale storico della R5.
Forme generali, proporzioni e inclinazioni dei montanti, ma anche ad esempio definizione della zona vetrata, ricordano il modello originario, così come altri dettagli, dalla presa d’aria dietro il parafango anteriore, alle luci verticali posteriori, un po’ ridotte e collegate da un elemento orizzontale al posto del vano targa.

Fino ad alcune finezze, come lo sportellino della ricarica celato nella finta presa d’aria sul cofano, o la quinta porta “nascosta” che sale sul parafango posteriore. Va anche detto che, rispetto alla prima Renault 5, le forme generali più semplici, aerodinamiche e meglio raccordate derivano anche dalla generazione successiva di R5, la Supercinque di Marcello Gandini.
Quanto agli interni, i designer hanno giocato facile, puntando sull’evoluzione massima della strumentazione digitale, e partendo da una plancia storicamente essenziale, a suo modo perfetta per la tecnologia odierna.
Passato e presente nel nuovo corso Renault
La conclusione, però, è presto detta: per “rendere popolare l"elettrico" sul mercato, Luca De Meo pensa di tornare al passato, con una logica differente rispetto all’attuale Zoe. Attenzione, però: per le forme nuove, più avanzate e futuribili anche rispetto alla prima Zoe Concept, attendiamoci qualcosa di interessante dal brand specifico creato ex-novo da De Meo, Mobilize.