Può una sola lettera scatenare un turbinio di emozioni, concentrando tradizione e tecnologia e richiamando alla mente la prestazionalità pura? Se ce n’è una che può farlo, quella è la “M” di Motorsport, la divisione dedicata alle performance di BMW fondata come società indipendente esattamente 50 anni e oggi vera icona nel mondo dei motori

La nascita di questo reparto si deve all’ex-pilota Jochen Neerpasch, che colse l’interesse della Casa per un team sportivo che facesse tesoro degli incoraggianti risultati ottenuti fino ad allora dalle BMW in ambito sportivo sviluppando vetture ad alte prestazioni. Detto fatto: nel maggio del ’72, Neerpasch radunò un team composto da soli 8 uomini, compreso lui stesso, e lo mise al lavoro sul primo progetto.

La "Batmobile" e la Turbo

Quell’opera d’esordio si chiamava 3.0 CSL e come suggerisce la sigla era la versione alleggerita (L stava appunto per “Leicht”) della bella coupé 3.0 CS, la più potente delle E9, con motore a carburatori da 180 CV o a iniezione (CSLi) da 200. Da questa furono sviluppate le imponenti versioni da competizione Gruppo 2 (poi Gr.5), mentre la stradale ricevette un kit aerodinamico, con un vistoso alettone posteriore che le valse il soprannome di Batmobile, e la livrea bianca con strisce blu e rosse che presto sarebbe diventata distintiva.

Quell’auto non fu decorata con il marchio M così come la successiva realizzazione, la leggendaria 2002 Turbo derivata dalla 2002tii a 4 cilindri ma con motore turbocompresso da 170 CV e un abbigliamento adeguato. Tutti la ricordano per il massiccio paraurti con la scritta “Turbo” rovesciata per poter essere letta correttamente negli specchietti retrovisori di chi stava davanti… prima di esserne sorpassato.

BMW 3,0 CSL 1973
BMW 3,0 CSL 1973 con kit sportivo

La M1

La prima auto ufficialmente firmata M fu anche la prima BMW nata da un progetto specifico per le competizioni e non derivata dai modelli stradali. Si trattava di una berlinetta a 2 posti con motore posteriore centrale destinata al campionato ProCar, per cui Motorsport chiese la consulenza di Italdesign e di Lamborghini, che a sua volta coinvolse il grande telaista Gian Paolo Dallara.

Lanciata nel 1978, anche in versione stradale, fu battezzata M1 e dotata di un 6 cilindri di 3,5 litri sviluppato partendo da un 3 litri di serie con una potenza di 277 CV. Questo divenne a sua volta il primo motore con la scritta Motorsport impressa sul coperchio delle punterie.

BMW M1 1978 dinamica
BMW M1 1978 dinamica

Dalla M535i alla M5

La tradizione delle varianti M delle berline BMW nacque nel 1979 con la M535i, ottenuta montando sulla Serie 5 E12 il motore 3.5 da 218 CV della coupé 635CSi e lavorando su telaio e carrozzeria. La stessa variante, con la medesima formula prestazioni incluse, fu riproposta sulla generazione successiva, la E28 del 1981.

A questa, nel 1984, venne finalmente affiancata dalla prima M5, spinta da un motore serie M88 derivato da quello della M1 ma aggiornato con l’iniezione elettronica anziché meccanica e ben 286 CV, che la portarono alla soglia dei 250 km/h con 0-100 in 6,5 secondi. Lo stesso motore andò ad equipaggiare anche la contemporanea Serie 6 con la sigla M635i.

BMW M5 E28
BMW M5 E28
BMW M5 E28, il motore 6 cilindri
BMW M5 E28, il motore 6 cilindri

La M3

Con il desiderio di ripetere il successo della 2002 Turbo, BMW Motorsport allestì una versione spinta della seconda generazione della Serie 3, la E30, con carrozzeria berlina a 2 porte (poi affiancata dalla Cabriolet). La prima M3, lanciata nel 1986, rimase fedele ai 4 cilindri, adottando il 2.3 S14 da 200 CV (235 km/h, 6,9 secondi da 0 a 100) che fu portato a 215 CV con la Evolution e a 2,5 litri e 238 CV con la Sport Evolution, o Evo3. Quest’ultima raggiunse i 250 km/h e fermò il cronometro nello 0-100 a poco più di 6 secondi.

BMW M3 E30 in pista
BMW M3 E30
BMW M3 E30 Sport Evolution 89 fronte
BMW M3 E30 Sport Evolution

L'escalation delle cilindrate e i SUV

Con gli Anni ’90, M3 ed M5 divennero un appuntamento fisso nelle gamme di Serie 3 e Serie 5: la prima, a partire dalla generazione E36 abbandonò la carrozzeria berlina a 2 posti in favore di una vera coupé e su questa, e sulla relativa Cabrio, realizzò le nuove M3 a cui dal ’94 si sarebbe aggiunta una M3 berlina a 4 porte. Tutta questa famiglia utilizzava inizialmente un 6 cilindri in linea da 3 litri e 286 CV e portato nel ’95 a 3,2 litri e 321 CV e montato anche sulla sportiva Z3, che derivava a livello di telaio e meccanica dalla E36, sulla versione chiamate M Roadster ed M Coupé. Lo 0-100 scese sotto i 5,5 secondi e nel ’97 arrivò in opzione il primo cambio robotizzato SMG.

BMW M3 CSL
BMW M3 E46

Con la successiva Serie 3 E46, nuovamente offerta con carrozzeria coupé o cabriolet, e sulla Z4 dal 2006, il 3.2 fu sviluppato fino a ottenere 343 CV, 360 CV sulla speciale M3 CSL alleggerita e rivisitata, e ci fu un’evoluzione dell’SMG. Questi modelli furono gli ultimi con motori 6 cilindri aspirati, perché sulla successiva generazione E90-91-92 (stavolta ogni sigla indicava un a diversa carrozzeria, berlina, coupé e cabriolet), BMW propose addirittura un V8 di 4 litri e 420 CV in alluminio e un cambio doppia frizione DKG.

Nello stesso periodo, il fascino del marchio M iniziò a essere sfruttato anche con le motorizzazioni "normali" tramite l'allestimento MSport, che riprendeva alcuni elementi (volante, cerchi, kit estetico) per richiamare le M vere e proprie.

BMW M6 Touring E34
BMW M6 Touring E34

La Serie 5 ebbe un percorso molto simile ma nel suo caso il V8 arrivò con la quarta generazione, la E39, nel 1994, dopo che la terza E34, aveva evoluto il 6 cilindri 3.5 fino a 315 e poi 340 CV (nuova versione 3.8) e per la prima volta si era anche proposta nella variante familiare Touring. L’8 cilindri che esordì nel 1998 aveva una cilindrata di 4,9 litri, 400 CV e uno o-100 da 5,3 secondi.

Nulla, però, in confronto a quello che arrivò sulla successiva E60 del 2005: il suo V10 di 5 litri toccava i 507 CV (sbloccati con un comando al volante, normalmente si limitava a 400) ed era abbinato al cambio doppia frizione SMG-7. Questa generazione, anche Touring, fu accompagnata dalle M6 Coupé e Cabriolet E63/E64 con identica meccanica.

BMW M5 E60, il V10
BMW M5 E60, il V10
BMW M5 E60
BMW M5 E60

Va ricordato, poi, che il reparto M sviluppò nei primi Anni ’90 anche un motore V12 di circa 6 litri e 550 CV inizialmente destinato alla Serie 8 E31 per una M8 che non fu mai messa in produzione, e poi prestato a McLaren in una veste ancora evoluta capace di ben 627 CV che la factory inglese montò sulla F1 dal ’93. Questa, in quello stesso anno, stabilì il record mondiale di velocità per un’auto di serie con poco meno di 372 km/h (ma pare fosse in grado di superare i 390), rimasto imbattuto per 12 anni.

I motori turbo, Le M integrali e i SUV

Verso la fine del decennio, un po’ come fecero i rivali di Mercedes con AMG, anche BMW decise di spingere ancora il potenziale del marchio M allargandolo ad altre categorie di modelli iniziando dai SUV o SAV (Sport Activity Vehicle) come preferiva chiamarli. I primi furono i medi X5M e X6M della serie E70-E71, che proposero lo stesso 4.4 V8 biturbo delle versioni xDrive50i ma “pompato” da 408 a 555 CV

Questo motore fu poi trapiantato nel 2011 sulla Serie 5 F10/F11 e sulle Serie 6 F06-12 e 13, dando vita alle prime M5 ed M6 sovralimentate. I suoi 560 CV portarono lo 0-100 sotto i 4,4 secondi e con il M Driver's Package fu possibile spostare il limitatore di velocità dai 250 km/h standard a 305 km/h. La serie speciale creata nel 2014 per festeggiare i 30 anni dalla prima M5 fu portata a 600 CV e ridusse lo 0-100 a 3,9 secondi.

BMW X5 M E70
BMW X5 M E70

Tornando un attimo indietro ancora al 2011, quello fu anche l’anno della M550d xDrive, la prima M turbodiesel e la prima a trazione integrale, che montava la più potente versione mai prodotta del 6 cilindri 3.0d con sovralimentazione multistadio, in questo caso potenziata aggiungendo ai 2 turbo un terzo compressore ad azionamento elettrico. La potenza toccò i 381 CV, poi 400, scaricabili in modo variabile grazie alla trazione xDrive in una versione in grado di spostare il 100% della coppia sul retrotreno che fu poi introdotta anche sui modelli M a benzina. Tuttora le varianti M diesel delle Serie 5 G30-31, adottano questi motori.

Quanto alla M3, dopo le E90-E92 ed E93 con il V8 si tornò ai 6 cilindri ma anche qui, sovralimentati. La scelta cadde, per le F80 (le versioni M delle F30-31) e per le Coupé e Cabriolet F32-33, nel frattempo diventate Serie 4 e quindi M4, sul 3 litri delle 330-335-340i, con turbo twin scroll, elaborato fino a 430 CV e poi via via fino a 480 sulla successiva G80 (derivata dalla Serie 3 G20) e ben 510 sulle versioni Competition. Lo stesso motore fu proposto sui contemporanei SUV X3 M e X4 M, anche qui nelle due varianti di potenza.

BMW iX M60 (2022)
BMW iX M60

Il futuro è oggi

Oggi i modelli M sono parte integrante dell'offerta praticamente di tutti i modelli: la più piccola è la M2, in arrivo con una nuova generazione, che ha preso il posto della Serie 1 Coupé su cui il modello top è comparso nel 2011 con la denominazione di Serie 1 M per non riproporre il nome M1, troppo legato alla tradizione.

La gamma vede, oltre alle già citate M3 (presto anche Touring, per la prima volta), M5 e ai vari SUV, la maestosa M8, disponibile come Coupé, Gran Coupé a 4 porte e Cabriolet. Soltanto X1, X2, Serie 7 e il maestoso SUV X7 non hanno un modello M vero e proprio, anche se le versioni più potenti, come la M760i, ripropongono la formula con la M davanti alla sigla.

Non è tutto, però: la divisione M non si lega certo soltanto ai motori endotermici, di cui pure è stata maestra, ma ha già iniziato a lavorare sulle nuove vetture elettriche, ben decisa a far parte della storia BMW per non meno di altri 50 anni. A gennaio, al CES di Las Vegas, è stata presentata la prima versione ad alte prestazioni del SUV elettrico iX, siglata M60 e spinta da 2 motori con potenza complessiva di 620 CV, mentre alla fine del 2021 la Casa bavarese ha presentato sotto forma di concept il primo modello che nascerà esclusivamente sotto l'effige M, un poderoso SUV con un powertrain ibrido e il nome di XM.

Fotogallery: 50 anni di BMW M