Costruire l’identità di un nuovo brand è una sfida straordinaria e affascinante. Cesellarne la personalità, dettagliare le caratteristiche che lo rendono unico in un panorama sempre più affollato. Per riuscire nell’impresa, partendo da una costola di Volvo, Polestar ha preso le mosse da un nome ben noto tra gli appassionati, definendo da subito un temperamento premium basato su quattro pilastri: performance, sostenibilità, design e tecnologia. Il tutto puntando a una gamma esclusivamente elettrica dopo la sportivissima plug-in Polestar 1.

Una ricetta chiara, alla prova adesso del mercato italiano, dove la Casa si prepara al debutto con grandi ambizioni. “Polestar è un marchio che può sposarsi particolarmente bene con l’Italia”, ci ha spiegato infatti Alexander Lutz, managing directory Italy del brand, con precedenti esperienze in Audi e Maserati.

Polestar si prepara allo sbarco nella Penisola dapprima con la Polestar 2, berlina con potenza fino a 408 CV e 551 km di autonomia WLTP, in vendita dal prossimo ottobre, e poi toccherà alla Polestar 3, SUV sportivo di cui sono stati diffusi per ora suadenti teaser. A seguire sarà la volta della Polestar 4, ruote alte leggermente più compatta attesa l’anno prossimo, e della Polestar 5, missile a quattro porte con 884 CV e telaio made in Polestar, che si è fatta già intravedere al Goodwood Festival of Speed 2022.

Immagine teaser Polestar 3
Il teaser della Polestar 3
Polestar 5 Prototype al Goodwood Festival of Speed 2022
La Polestar 5 Prototype a Goodwood

Perché secondo lei un marchio come Polestar può ritagliarsi uno spazio importante in Italia?

Noi siamo un brand che nasce dalle corse ed è qualcosa che si sente quando ci si mette alla guida delle nostre auto. Sono fatte con il cuore e gli automobilisti italiani più di altri sanno riconoscere e apprezzare un prodotto realizzato da appassionati per appassionati. Per noi le prestazioni non si limitano ai numeri, il piacere di guida non può trasparire solo da una scheda tecnica. Quando ci si mette alla guida di una Polestar si percepisce subito il grande lavoro fatto dai nostri ingegneri per creare un feeling speciale. Non è un’auto con cui vai dal punto A al punto B e poi dimentichi il viaggio. È un’auto emozionale, che vuoi anche continuare a guardare una volta parcheggiata.

Il vostro CEO è un designer, su questo aspetto ci sarà stata una cura particolare…

Il design è la prima cosa che si guarda in un’auto. Nessuno spenderebbe 50.000 euro per un oggetto che non gli piace. Lo stile può essere soggettivo, il design no. L’elettrico ha dato una maggiore libertà d’azione ai designer e le nostre auto avranno sempre un aspetto all’avanguardia, ma senza precorrere troppo i tempi. Non vogliamo un’auto che sembri un uovo, vogliamo avere un design minimale, di ispirazione nordica e affascinante, in grado anche di far percepire la nostra attenzione alla sostenibilità.

Polestar 5, ecco come sarà la berlina sportiva elettrica
I bozzetti della Polestar 5

Sostenibilità che è al centro del vostro progetto...

Per noi l’auto elettrica è l’inizio del percorso per la sostenibilità, non il punto d’arrivo. Da subito abbiamo puntato sull’utilizzo di materiali riciclati o sulla gestione del fine vita dell’auto. Sugli aspetti ambientali forniamo tutti i dati con la massima trasparenza. Un tempo era impossibile unire sostenibilità e performance, ma ora che con l’elettrico si può fare è diventata la nostra missione, unendo il tutto anche all’aspetto tecnologico che si percepisce appena si entra nell’abitacolo. Non a caso siamo stati i primi ad adottare il sistema operativo di Google.

Lei è stato anche l’artefice del lancio di Polestar in Germania. Quali differenze ci sono con l’Italia? Dal punto di vista del contesto politico, ma anche del mercato.

Intanto bisogna dire che la Germania non è un Paese così avanti sull’auto elettrica come si crede. In Italia c’è addirittura un vantaggio: gli italiani sono molto veloci a recepire le novità quando vengono percepite come trendy e questo potrà aiutare la diffusione dell’auto elettrica. Quello che qui va potenziato è l’infrastruttura di ricarica. Qualcosa in più si potrebbe fare anche per gli incentivi, ma mi sento di sposare l’idea di non concedere agevolazioni alle auto premium, a prescindere dal fatto che ciò possa penalizzare il nostro marchio.

Quanto al mercato, come ho detto l’Italia è un Paese che si accorda meglio con un marchio come Polestar. In Germania la scelta dell’auto è puramente razionale, si mettono i numeri su un foglio excel e si decide. In Italia c’è più passione e si guarda di più agli aspetti emozionali.

Polestar O2 Concept
Gli interni della Polestar O2 Concept

Ha citato gli incentivi, secondo lei in che modo si potrebbero migliorare?

Forse il meccanismo è un po’ complicato ma più che altro ritengo che sarebbe giusto incentivare anche le flotte. È un peccato che un’azienda non possa avere agevolazioni per passare all’elettrico, a prescindere dal tema del limite al prezzo di acquisto.

In questo contesto quale sarà la vostra strategia commerciale in Italia?

Il nostro obiettivo è consolidare il marchio Polestar al top del mercato premium. Le vendite partiranno a ottobre con la Polestar 2 e le prime consegne saranno entro la fine dell’anno. Sempre entro fine 2022 lanceremo anche la Polestar 3. La vendita sarà gestita solo tramite web e saranno disponibili anche noleggio e leasing. Accanto al sito creeremo anche degli Space a Milano e Roma, le nostre “gallerie d’arte” nel cuore delle città, dove sarà possibile toccare con mano il prodotto e fare test drive. Tutto il post-vendita invece sarà gestito all’interno della rete Volvo.

Polestar 2 Arctic Circle Concept
La Polestar 2 Arctic Circle Concept

Già, Volvo. Quanto sono importanti le sinergie all’interno del vostro gruppo?

Sono molto importanti sia dal punto di vista industriale che del post-vendita. Oltre al prodotto in sé, un nostro punto di forza è proprio che non siamo una startup. Siamo un marchio nuovo e questo ci offre la possibilità di osare e sperimentare molto di più rispetto a brand con un secolo di storia. Ma avere alle spalle Volvo e il gruppo Geely, con la sua galassia di marchi, è una garanzia. Noi abbiamo una nostra proposta focalizzata su sostenibilità e performance, una nostra personalità, e ci rivolgiamo a un cliente diverso da quello di Volvo. L’attenzione alla sicurezza però, ad esempio, rimane nel nostro DNA.

A livello globale quali sono i vostri obiettivi più immediati?

Nel 2025 vogliamo arrivare a vendere 290.000 auto, un numero importante, ma lontano dai volumi dei marchi premium tedeschi. Puntiamo a un cliente che vuole una certa esclusività, Polestar non sarà un marchio da milioni di auto.