Con la transizione elettrica e le mille sfide della sostenibilità sembra che i costruttori di auto si debbano impegnare soprattutto a ottimizzare le risorse, risparmiare e tagliare, ma non è così per quanto riguarda i siti produttivi.
Al contrario, la corsa all'elettrificazione non porta soltanto a una massiccia conversione delle fabbriche esistenti, ma anche alla necessità di costruire nuovi impianti più all'avanguardia ed efficienti, incluse le gigafactory per assemblare le batterie. Secondo i dati di un recente report di ACEA, l'associazione che riunisce i costruttori europei, tra il 2021 e il 2022 gli impianti sul territorio europeo sono passati da 301 a 322.
In questo panorama così "elettrico", però, l'Italia si muove a rilento: pur essendo storicamente uno dei primi produttori, è terza con un numero di stabilimenti significativamente inferiore a quelli di Germania e Francia. E guardando al di fuori dei confini dell'Unione Europea, scivolerebbe addirittura al sesto posto dopo la Russia, la Gran Bretagna e la Turchia.
Dalle auto alle batterie
Una precisazione è d'obbligo: i dati di ACEA comprendono gli stabilimenti che producono e assemblano auto, camion, autobus e veicoli commerciali leggeri, le fabbriche di motori tradizionali e/o elettrici e quelle che assemblano pacchi batterie.
Nel conteggio non sono contemplati gli impianti dei grandi e piccoli fornitori, quelli che producono componentistica, in cui il nostro Paese ha sempre avuto una quota importante sul mercato continentale.
Non ne fanno parte nemmeno quelli che si "limitano" a produrre soltanto scocche, assali e altre parti delle auto. Ma anche così, l'aumento dei siti in Europa sfiora il 7% anno su anno, che è un dato notevole.

La fabbrica di motori di Termoli (CB), futura gigafactory
Come si può osservare dalla tabella più in basso, l'Italia ne mette insieme soltanto 27 e di questi praticamente nessuno è di nuova costruzione. Ci sono nove siti di assemblaggio di auto, tre per furgoni, tre per camion e altrettanti per i bus e sette per i motori, mentre sono soltanto due le fabbriche di batterie e la terza, quella di Termoli - dove per ora si producono ancora motori - non sarà attiva prima del 2026.
Il dato che colpisce maggiormente l'attenzione è proprio quello relativo alle fabbriche di batterie. I costruttori più importanti hanno annunciato piani per costruire un certo numero di gigafactory che si occuperanno anche del recupero e del riciclo, quindi le cifre sono destinate ad aumentare, ma per ora è interessante scoprire che ci sono già ben 42 di questi stabilimenti e che 38 sono nel territorio dell'Unione Europea (ben 12 sono in Germania e 5 in Francia, tutti i dettagli nella tabella sottostante).

Lo stabilimento Stellantis di Cassino (FR)

L'assemblaggio della Jeep Compass a Melfi (PZ)

Lo stabilimento di Pomigliano d'Arco (NA)
Le fabbriche ci sono, ma non producono
Prima ancora del numero degli impianti, il nostro Paese deve però affrontare il nodo del loro utilizzo e del vertiginoso calo produttivo degli ultimi anni: nel 2022 in Italia sono state prodotte meno di 500.000 auto, un crollo dovuto all'impoverimento delle gamme e alla sempre maggiore esternalizzazione della produzione su siti esteri, due aspetti che vanno imputati alla strategia del Gruppo Stellantis, il quale tuttavia sembra avere progetti importanti per rilanciare l'industria italiana.

Lo stabilimento di Pomigliano d'Arco
Carlos Tavares, ceo del colosso italo-francese, ha recentemente dichiarato l'obiettivo di riportare i volumi verso il milione di unità l'anno, rimettendo l'Italia al centro dei piani di rilancio di brand come Lancia, iniziando dallo stabilimento di Melfi.
Le risposte devono però arrivare dai tavoli di trattativa aperti con il governo (in parte sospesi oggi per via della pausa estiva, ma pronti a riprendere i lavori già da settembre) il cui appoggio è fondamentale per trovare formule che assicurino la giusta redditività all'attività produttiva in Italia e favorisca l'occupazione.

I siti produttivi in Europa
Paese | Auto | Vans | Camion | Bus | Motori | Batterie | TOTALE |
Germania | 24 | 10 | 3 | 3 | 14 | 12 | 66 |
Francia | 12 | 4 | 4 | 7 | 6 | 5 | 38 |
Italia | 9 | 3 | 3 | 3 | 7 | 2 | 27 |
Spagna | 8 | 4 | 2 | 5 | 3 | 3 | 25 |
Polonia | 1 | 3 | 2 | 5 | 7 | 2 | 20 |
Rep. Ceca | 4 | - | 1 | 3 | 2 | 1 | 11 |
Svezia | 2 | - | 2 | 3 | 3 | 1 | 11 |
Olanda | 2 | 1 | 3 | 2 | 1 | 1 | 11 |
Romania | 2 | - | 2 | 2 | 3 | 1 | 10 |
Belgio | 3 | - | 2 | 2 | - | 2 | 9 |
Ungheria | 3 | - | - | 2 | 2 | 1 | 8 |
Austria | 1 | 1 | 2 | - | 2 | 1 | 7 |
Slovacchia | 4 | - | - | - | 1 | 2 | 7 |
Portogallo | 2 | 1 | 1 | 1 | - | - | 5 |
Finlandia | 1 | - | 1 | - | - | 2 | 4 |
Croazia | 1 | - | - | - | 1 | 1 | 3 |
Slovenia | 1 | - | - | - | - | 1 | 2 |
EU | 80 | 27 | 28 | 38 | 52 | 38 | 264 |
Russia | 13 | 6 | 9 | 9 | 6 | 1 | 44 |
Regno Unito | 19 | 1 | 4 | 4 | 8 | 2 | 38 |
Turchia | 4 | 7 | 5 | 7 | 4 | 1 | 28 |
Kazakistan | 2 | 2 | 4 | 5 | - | - | 13 |
Uzbekistan | 3 | 2 | 2 | 2 | 1 | - | 10 |
Ucraina | 3 | - | 1 | 2 | - | - | 6 |
Bielorussia | 2 | 1 | 2 | 1 | - | - | 6 |
Serbia | 1 | - | 1 | 2 | - | - | 4 |
Macedonia | - | - | - | 1 | - | - | 1 |
TOTALE | 127 | 46 | 45 | 71 | 71 | 42 | 322 |
DATI: ACEA