Dopo tante proteste e discussioni, l’entrata in vigore dell’Euro 7 potrebbe davvero slittare al 2027, o anche dopo. Così propone il Parlamento europeo, che approva il regolamento sulla stretta alle emissioni auto con 329 voti a favore, 230 contrari e 41 astensioni. Si tratta – ricordiamo – del testo presentato a novembre 2022 dalla Commissione Ue e che, nei piani di Bruxelles, dovrebbe diventare operativo il 1° luglio 2025.
La normativa non convince però le Case del Vecchio Continente, che lamentano lo sforzo industriale ed economico per produrre una tecnologia (ovvero auto a combustione sempre meno inquinanti) da mandare in pensione nel 2035, quando lo stop alla vendita dei veicoli a benzina e diesel sarà realtà.
Ultimo step
Così la plenaria di Strasburgo accoglie la posizione della commissione Ambiente, che chiedeva – appunto – di posticipare l’operatività del giro di vite per andare incontro ai Costruttori. Un primo semaforo verde al rinvio era però arrivato dal Consiglio Competitività dell’Ue.
Il nuovo testo rappresenterà ora la posizione dell’Europarlamento durante il Trilogo, cioè la trattativa con Commissione europea e Stati membri. A questo punto, è però probabile che l’accordo andrà proprio sul 2027.
“Abbiamo trovato con successo un equilibrio tra gli obiettivi ambientali e gli interessi vitali dei produttori – commenta il relatore Alexandr Vondra –. Sarebbe controproducente attuare politiche ambientali che danneggiano sia l’industria europea che i suoi cittadini. Attraverso il nostro compromesso, serviamo gli interessi di tutte le parti coinvolte ed evitiamo posizioni estreme”.
Cos’è l’Euro 7?
Ma cosa prevede di preciso l’Euro 7? “Il nuovo regolamento – si legge in un comunicato stampa – aggiornerà i limiti attuali per le emissioni di scarico (come ossidi di azoto, particolato, monossido di carbonio e ammoniaca) e introdurrà nuove misure per ridurre le emissioni di pneumatici e freni e aumentare la durata della batteria”.
“I deputati concordano con i livelli proposti dalla Commissione per le emissioni inquinanti delle autovetture e propongono un’ulteriore ripartizione delle emissioni in tre categorie per i veicoli commerciali leggeri in base al loro peso. Propongono inoltre limiti più severi sulle emissioni di gas di scarico misurate in laboratorio e in condizioni di guida reali per autobus e veicoli pesanti.
Il Parlamento vuole inoltre allineare le metodologie di calcolo dell’Ue e i limiti per le emissioni di particelle dei freni e i tassi di abrasione degli pneumatici con gli standard internazionali attualmente in fase di sviluppo da parte della Commissione economica per l’Europa alle Nazioni Unite”.
“Bene, ma...”
“Non possiamo che esprimere apprezzamento per quanto ha deciso oggi il Parlamento europeo sulla proposta Euro 7, perché siamo convinti che il proficuo confronto di questi mesi sia servito a far comprendere a molti decisori politici la complessità ed in alcuni casi l’irrazionalità di parti della proposta fatta dalla Commissione”, esulta Roberto Vavassori, presidente di Anfia.
Più critica rimane invece la posizione di Acea, che parla attraverso la direttrice generale Sigrid de Vries: “L’associazione europea dei Costruttori di automobili riconosce che oggi il Parlamento europeo ha votato a favore di un approccio più realistico all’Euro 7 rispetto a quanto proposto dalla Commissione europea lo scorso anno. Tuttavia, Euro 7 ha ancora un prezzo elevato e si trova in un momento molto critico nella trasformazione del settore”.
“Resta il fatto che Euro 7 rappresenta un investimento significativo per i produttori di veicoli, oltre ai loro enormi sforzi di decarbonizzazione. Si presenta anche in un contesto geopolitico ed economico straordinariamente impegnativo, caratterizzato dall’impennata dei prezzi dell’energia, dalla carenza della catena di approvvigionamento, dalle pressioni inflazionistiche e dal rallentamento della domanda dei consumatori. L’Europa ha bisogno di un Euro 7 proporzionato, che bilanci le preoccupazioni ambientali e la competitività industriale”.
Fonte: Parlamento europeo