Quella che vedete nelle foto articolo è una Ferrari 296 GTB. Assetto Fiorano, dunque contornata di fibra di carbonio, ammortizzatori Multimatic figli delle competizioni e appendici aerodinamiche per avere 10 chili di deportanza in più. Eppure, questo modello, con quel numero sul cofano, dovrebbe farvi capire che ci troviamo al cospetto di un'esemplare (ancora) più speciale.

Si tratta infatti della Ferrari 296 GTB Hungarian Rhapsody, perché ripropone una giornata di ferragosto che gli amanti del Cavallino non si sono mai dimenticati: la vittoria, il dominio schiacciante del gran premio d'Ungheria di Michael Schumacher e Rubens Barrichello e la conquista del sesto titolo mondiale costruttori.

Una livrea speciale

I colori della livrea sono iconici per chi ha vissuto l'epopea di Michael Schumacher, con quel filotto di campionati che, dal 1999 al 2004, era giunto a Maranello. Ecco allora il numero 1 sul muso che riprende l'effige e il carattere originale presente sul musetto della F2004.

Il tono rosso F1, tinta metallizzata a tre strati, i dettagli bianchi sulla zona anteriore e su quella posteriore, sul tetto e sui fianchi inferiori a ricordare quella livrea storica figlia dello sponsor tabaccaio dell'epoca. Vestito frutto della collaborazione tra Atelier Ferrari, il reparto di produzione e il team di Formula 1.

Ferrari 296 GTB Hungarian Rhapsody

A rendere speciale la Ferrari 296 GTB Hungarian Rhapsody ci pensano anche gli interni, con cinture a quattro punti con lo stemma Ferrari, profilo della pista dell'Hungaroring e la bandiera ungherese cuciti su entrambi i poggiatesta. La prima delle cinque vetture speciali è stata svelata a Budapest in occasione di un raduno di selezionatissimi appassionati del Cavallino, alla presenza di Frederic Vasseur, team principal della Rossa.

Ferrari 296 GTB Hungarian Rhapsody

Il capolavoro ungherese

Come detto la Ferrari 296 GTB Hungarian Rhapsody è di fatto una celebrazione di un Gran Premio speciale. Perché? Mettetevi comodi. Inutile girarci intorno, il 2023 è stato un anno difficile per Maranello. La Red Bull ha portato in pista una vettura dominante, troppo forte per tutti.

Ecco, la Ferrari F2004 (raccontata per filo e per segno tempo fa dagli amici di Motorsport Italia) oramai quasi 20 anni fa, se possibile, lo fu ancora di più. Si narra che, durante i test invernali a Fiorano, dopo alcuni giri di Michael Schumacher, l'allora boss Jean Todt andò da Ross Brown facendogli una domanda: "dimmi che quest'auto è tutta legale a regolamento. Perché se lo è, abbiamo la macchina più veloce mai vista".

E la F2004 lo era. La stagione fu un vero e proprio dominio assoluto. In quel giorno di Ferragosto all'Hungaroring - la Monaco dell'est - quando ancora metà stagione era da disputare, la Ferrari conquistò il titolo mondiale costruttori con una doppietta perentoria.

Una prova di forza così grande che fu sottolineata da un elemento: il terzo sul traguardo, Fernando Alonso, arrivò con 40 secondi di ritardo. La Scuderia ottenne tutto: giro più veloce, dopo aver monopolizzato anche la prima fila in partenza. Quel giorno sì decretò la potenza della Scuderia Ferrari. Un giorno da celebrare.

Fotogallery: Ferrari 296 GTB Hungarian Rhapsody