Per molti, la Octavia è “LA” Skoda per eccellenza, con oltre 6,5 milioni di esemplari prodotti dal 1996. Ora è il momento della quarta generazione, che condivide meccanica e tecnologia con le nuove Audi A3, Seat Leon e Volkswagen Golf. Il lancio era previsto per la fine di marzo, ma Skoda ha temporaneamente sospeso la produzione fino al 27 aprile a causa del Coronavirus (qui tutte le novità "congelate" dalla pandemia).
Nonostante il lockdown (che in ogni paese ha le sue regole), i nostri colleghi tedeschi di Motor1.com hanno potuto provarla per la prima volta con il motore diesel 2.0 TDI da 150 CV abbinato al cambio automatico DSG. Presto torneremo a guidare, intanto vediamo com'è andata.
Com'è fuori
Come il modello che sostituisce, anche la nuova Skoda Octavia non delude le attese: costa come una Golf, ma offre lo spazio di una Passat. Senza per questo essere diventata più ingombrante. La carrozzeria, infatti, è cresciuta solo di un paio di centimetri ed è più larga di 1,5 centimetri.
L’impatto visivo delle nuove linee, al contrario, la fa sembrare più solida, con una tridimensionalità che emerge in maniera più evidente che in passato, come si può vedere sulla griglia. E i fari a LED, ora, sono di serie.
Fotogallery: Skoda Octavia Wagon (2020), il primo test drive
Com'è dentro
Quello che comunque continua a colpire è l'eccellente quantità di spazio, soprattutto sui sedili posteriori e nel bagagliaio. E i numeri confermano le impressioni: la capacità minima di 640 litri è di appena 20 litri inferiore a quella della Skoda Superb Wagon, che è più lunga di 17 centimetri (4.86 contro 4.69 metri).
E anche la lunghezza di carico nel bagagliaio è paragonabile: con un valore di 1.09 metri, il piano sfruttabile della Octavia Wagon è di 5 centimetri più corto rispetto alla sorella maggiore.
Passato e volante a 2 razze
Detto tra noi, la versione berlina della Skoda Octavia offre una lunghezza di carico addirittura maggiore, per cui, se non avete davvero bisogno dell’altezza del bagagliaio della Octavia Wagon, potete risparmiare circa 1.000 euro rinunciando alla carrozzeria in formato station.
In ogni caso, per finire di contestualizzare, a sedili posteriori abbattuti la Octavia Wagon fa segnare 1.700 litri di capacità massima contro i 1.950 della più grande Superb Wagon

Da anni Skoda punta su soluzioni per migliorare la praticità di utilizzo che definisce simply clever che, in effetti, sono interessanti. Come nel caso del tappo per il serbatoio del liquido lavavetri, che una volta svitato si può usare come imbuto per effettuare il rabbocco.
Non più così diffuse, inoltre, sono anche le molle pneumatiche che sostengono il cofano motore in posizione aperta senza che dobbiate voi mettere un’asta di sostegno. Non del tutto clever, invece, è l’impostazione dell’abitacolo.

Mi riferisco, in particolare, al sistema infotelematico che Skoda chiama Columbus: in effetti, bisogna navigare molto per prenderci confidenza. In altre parole, con la digitalizzazione della plancia si sono persi comandi fisici immediati da individuare e azionare con l’auto in movimento, a differenza di quanto avvenga con i touchscreen.
Mi riferisco soprattutto alle impostazioni della strumentazione digitale nel cruscotto, visto che mi sono trovato a premere senza successo i tasti al volante per cambiare schermate.

Non sto dicendo che la plancia della nuova Octavia sia come l’abitacolo di un Boeing 747, ma chi la comprerà metta in conto un periodo di adattamento. Sapendo comunque di avere ancora qualche comando fisico sotto il touchscreen centrale, a differenza della nuova Audi A3 con cui è imparentata, anche se non ci sono tasti per il climatizzatore.

A proposito: ho trovato che le due prese d'aria centrali siano posizionate troppo in basso. Il volante, invece, potrebbe avere una regolazione con più escursione verso l’alto, mentre l’optional dell’head-up display è intuitivo da consultare a colpo d’occhio.
Parlando del livello costruttivo, la nuova Skoda Octavia è molto convincente: le plastiche sono accoppiate con cura e - sull’esemplare in prova - con molte cromature e un bel rivestimento in tessuto lungo il cruscotto.

Piacere di guida
Sotto al cofano dell’auto di questo test drive c’era il motore preferito dai macinatori di chilometri: il diesel 2.0 TDI da 150 CV. Su questo propulsore viene utilizzato il nuovo processo "Twindosing" per il post-trattamento dei gas di scarico, in cui l’AdBlue viene iniettato davanti ai due catalizzatori disposti in sequenza, uno dietro l’altro.
Passando al cambio automatico DSG a 7 marce, si tratta della trasmissione chiamata DQ 381 che adotta la piccola leva già vista su altri modelli recenti del gruppo, come la Volkswagen Golf.

All’avviamento, il 2.0 TDI si fa sentire in maniera piuttosto avvertibile, mentre - innestando la “D” - il cambio inizia a fare egregiamente il suo lavoro. Almeno fin quando non ci si trova a dover ripartire velocemente dopo esserci fermati, ad un incrocio ad esempio.
Ecco, in questo frangente c’è troppa incertezza, dopo aver dato gas per un po’ non succede nulla, prima che la coppia di 360 Nm arrivi sulle ruote anteriori.

Comfort
È in autostrada, però, che la Octavia mostra le sue doti migliori. Sulle autobahn tedesche anche a 160 km/h il rumore di sottofondo è ben isolato e c'è sempre una bella riserva di potenza per le manovre di sorpasso. Sulle strade di campagna, poi, mi sono concentrato sul controllo adattivo delle sospensioni DCC (Dynamic Chassis Control) per la selezione dei profili di guida.
Per la prima volta c’è anche la possibilità, all'interno delle varie modalità di guida, di regolare separatamente secondo le proprie preferenze i singoli parametri: sospensioni, smorzamento, sterzo o le logiche di cambiata del DSG.

Parlando comunque delle modalità preimpostate, in "Sport" il DSG fa girare il motore più in alto, in "Comfort" si ha uno sterzo uno sterzo più morbido, senza però che il telaio riesca a copiare alla perfezione le superfici stradali più accidentate, nonostante gli pneumatici da 17 pollici diano una mano in questo senso. L’imputato potrebbe essere la sospensione a ponte posteriore torcente, meno sofiticata di uno schema multilink.
La modalità di guida "Normal" risponde in maniera equilibrata, in particolare - per i miei gusti - è lo sterzo ad essere ben bilanciato con questo setting.

Quanto costa
Molto soddisfacente è stato anche il consumo di questo primo test drive: su un percorso di quasi 70 km la media è stata di 5,1 litri/100 km (19,6 km/litro), un buon valore in rapporto alle prestazioni. Il prezzo di partenza di una Octavia Wagon 2.0 TDI con 150 CV e cambio DSG, nell’allestimento già ben equipaggiato Style, parte da 34.300 euro, mentre la base Executive è fissata a 28.300.
Ovvero circa 2.000 euro in più rispetto al modello precedente. L’equipaggiamento incluso nel prezzo, però, è più ricco, e comprende climatizzatore automatico a due zone, volante multifunzione, cerchi in lega da 16 pollici, Virtual Cockpit, fari a LED e infotainment da 8 pollici "Swing" con Apple CarPlay e Android Auto.

A parità di dotazione, quindi, la nuova Octavia costa circa 1.500 euro in meno della precedente. Sull’allestimento Style sono inclusi i cerchi da 17, i sedili elettrici e riscaldati, i sensori di parcheggio anteriori e posteriori. In più, il prezzo dei singoli accessori è ragionevole e nei pacchetti più cari sono compresi molti optional.
Fotogallery: Skoda Octavia Wagon (2020), il primo test drive
Skoda Octavia Wagon