Se pensate alle auto da Rally moderne, parlando di campionato WRC, probabilmente vi verrà in mente un modello a trazione integrale. Ormai è noto a tutti che le quattro ruote motrici sono indispensabili per gareggiare nelle competizioni fuoristrada o comunque dove il grip non è sempre ottimale, e tendiamo a dare per scontato la sua presenza nelle vetture anche stradali.
Eppure, fino a non troppi anni fa, le auto da rally erano obbligate ad adottare le sole due ruote motrici. E in generale, è capitato ben di rado che qualche marchio si "lamentasse" di ciò. Poi, ad un certo punto, è arrivata l'Audi quattro: dopo la sua vittoria schiacciante, tutti capirono la trazione integrale era ormai obbligatoria per poter competere.
Quella stessa trazione integrale nota come "quattro", che all'epoca nel 1980 era in realtà il nome del modello che la equipaggiava, ha compiuto 40 anni nel 2020, e la sua ultima iterazione è la nuova Audi RS 3. A questo punto vien da chiedersi: può la nuova hatchback essere considerata come "la quattro del 2021"? Le ho messe alla prova insieme in un semi-confronto, e ve lo racconto nel video qui sopra.
Meccanica controcorrente
Per i puristi, associare la quattro (ma non solo, anche il nome "Delta" soffre dello stesso problema) a qualunque modello moderno equivale a un mezzo sacrilegio. Eppure, benché mi renda conto che l'Audi in questione - così come la Lancia citata - sia diventata una leggenda intoccabile, è comunque abbastanza chiaro che la nuova RS 3 semplicemente deve soddisfare bisogno diversi rispetto a quelli di 40 anni prima, ma non per questo il tutto deve essere meno interessante.

Pensate al 1980: le auto sportive turbo esistono ma sono tutte a trazione posteriore o anteriore, il turbolag è una caratteristica immancabile in questi modelli e il loro handling lascia spesso a desiderare quando si prova a toccare il limite, dando ben poca sicurezza. Il tutto unito a frequenti pattinamenti delle ruote, che oltre a consumarsi fanno perdere aderenza - il che non è (quasi) mai un bene durante la guida sportiva. A questo punto è logico che la soluzione sia una trazione integrale prodotta in massa, e Audi è la prima in Europa a pensarci (o quantomeno a farlo).

Oggi invece, le auto devono saper fare praticamente tutto: nessuno si accontenta di un'auto che è "solo veloce" o "solo divertente", perché si ricerca il connubio fra la comodità e la sportività, fra la tecnologia e la "nostalgica" sensazione di guida vecchio stampo. Non è così semplice unire tutto questo in una singola auto nuova, che fra l'altro deve sottostare a regolamenti ben più stringenti rispetto al 1980. Pensate già solo a dover omologare un motore 2.5 litri a cinque cilindri nel 2021, quando la media è di optare per i tre cilindri non oltre il litro e mezzo.

E in tutto questo, vi garantisco (e ve lo dimostro nel video) che la nuova RS 3 in realtà non ha nulla da invidiare in termini di prestazioni neanche alla quattro S1 Rally del Gruppo B, su cui ho potuto fare un giro da passeggero in un tratto storico del Rally di San Remo. La differenza è che saper gestire una Gruppo B è ben più impegnativo rispetto ad un modello fresco di produzione e omologato per la strada.

Nel video sopra quindi, non voglio convincervi che la nuova RS 3 debba essere per forza "meglio" di una leggendaria quattro, tantomeno di quella da rally Gr.4 o addirittura Gruppo B - loro esprimono un fascino completamente diverso che profuma di Anni '80. In realtà, cerco di trasmettere il messaggio che un'auto del 2021 non deve soddisfare i canoni del 1980, ma quelli di oggi. E come la quattro a suo tempo, anche la RS 3 di oggi ha un asso nella manica: è meccanicamente controcorrente.