"La Porsche meno Porsche di tutte". "Ha il motore davanti, non è una Porsche". "E' raffreddata a liquido, ha un quattro cilindri VW e una linea da giapponese". Brutta fama, quella della Porsche 924, tra i porschisti più accaniti e quando ancora i SUV non erano nemmeno nella fantasia dei top manager. Ma lei, la prima della Casa di Zuffenhausen con il motore davanti, la sua rivincita se la prende con gli interessi, perché mai nessuno potrà cancellare il suo successo commerciale. Oltre 150.000 esemplari venduti, ossigeno vero per le casse di un'azienda che a metà degli anni Settanta non è certo in salute come adesso, anzi... Numeri di vendita a parte, la 924 merita molto più rispetto di quello che le viene normalmente riservato anche perché il suo progetto è molto valido. Basata sullo schema Transaxle, ha un telaio rigido e bilanciato, offre un comfort sconosciuto alla sorella Porsche 911, oltre a doti inaspettate come un bagagliaio da piccola SW e una facilità di guida che avvicina al marchio molti clienti.


Una Porsche "impura"


Uno dei "peccati" più grandi che viene rinfacciato alle 924 è quello di essere una VW sotto mentite spoglie. Perché? La risposta richiede un minimo di approfondimento. E il ritorno a qualche anno prima del 1976, anno di presentazione della 924. Siamo nei primissimi anni Settanta e Volkswagen sente che è il momento di allargare la propria gamma verso l'alto e verso qualcosa di più "nobile"; premium diremmo oggi. Peccato che internamente manchino le risorse umane con il know-how necessario a sviluppare un prodotto di questo genere. Nello stesso periodo, Porsche vuole fare il percorso inverso: andare a caccia di nuovi clienti con un modello più accessibile nei costi d'acquisto e di gestione e più facile da guidare. Le voci girano, l'accoppiata nasce di conseguenza. Volkswagen e Porsche creano una joint venture per la progettazione, l'industrializzazione e la commercializzazione di una coupé. Ma non tutto fila liscio: la crisi petrolifera del 1973 fa vacillare le certezze della Volkswagen che si tira indietro. Porsche invece continua a credere nella sua idea (anche perché non ha molta scelta: o cerca di tirarsi fuori dalla crisi con qualcosa di nuovo, o è la fine) e anzi, sfrutta la situazione a suo vantaggio. Rileva l'intero progetto da VW per una cifra molto vantaggiosa, ottiene che lo stabilimento Audi di Neckarsulm produca la vettura sotto la supervisione di alcuni suoi tecnici e sotto il cofano piazza il motore che, tra gli altri, è anche del Volkswagen LT. Nel 1976 vengono tolti i veli alla 924.


Tecnicamente ineccepibile


125 CV: è questa la potenza del 4 cilindri in linea 2.0 della 924. Poca? Rispetto alle cifre di oggi sì, ma bisogna pensare che nel 1976 la 911 base, di CV ne ha 150. E poi la potenza non è tutto. Conta anche il sound, ok, e anche in questo caso la 924 può ben poco "contro" il boxer della 911. Ma c'è anche il telaio da tenere in conto in una sportiva. E in questo ambito la 924 ha il meglio che si possa avere, se si parla di motore anteriore: lo schema Transaxle, che regala una ripartizione dei pesi praticamente perfetta, 52% davanti, 48% dietro e una rigidezza indiscutibile. Il merito delle sue doti sta in un "segreto" essenzialmente: il posizionamento del cambio al retrotreno, senza che questo pregiudichi la manovrabilità del cambio, anzi (a differenza di quanto avviene su auto di altri marchi; Alfa Romeo, per esempio).


Un successo. Come quasi tutte le Porsche più odiate


A Zuffenhausen quasi se lo augurano, che i loro fan più sfegatati disprezzino un nuovo modello che non sia la 911. Sì perché il gran numero di 924 vendute nonostante "l'odio" iniziale non è un caso isolato. Si ripete per esempio con la Porsche Panamera, mai del tutto digerita, ma in fin dei conti un'auto azzeccata e che Porsche sta per sostituire con la seconda generazione. E poi il motore diesel, uno dei più grandi affronti mai subiti dai porschisti ortodossi, ma che ha portato molto bene alle casse dell'azienda tedesca. Tuttavia, il caso esemplare resterà per sempre la Cayenne (sulla quale peraltro ha debuttato il diesel): il modello più osteggiato dai fedelissimi ma anche dall'uomo "della strada", che ci vede - in modo a dir poco semplicistico - il motivo dell'inquinamento delle nostre città. Ebbene, la Cayenne è uno dei successi più clamorosi nella storia della Porsche, seguito non a caso (oltre che dalla Cayenne II) dalla Macan, SUV più piccolo e a sua volta un successone.


La 924 e le sue evoluzioni


Se si escludono le edizioni limitate, sono due, di base, le 924 commercializzate nel corso degli anni. La versione "base", dotata di motore aspirato da 125 CV, e la Turbo: un modello presentato nel 1978 e spinto da un 2.0 sovralimentato. Potenza? 170 cv, che diventano 210 sulla GT e 240 sulla GTS, varianti progettate con la mente alle corse. Arriva infine anche la 924S, con il motore 2.5 depotenziato della 944.

Fotogallery: Porsche 924, la prima col motore davanti