In attesa del giorno che sancirà la definitiva nascita di Stellantis, quarto gruppo automobilistico mondiale, oggi, 4 gennaio, si sono riunite le assemblee degli azionisti di PSA e FCA per approvare gli emendamenti finanziari e gestionali che porteranno alla futura fusione.

Un’operazione conclusasi con esito positivo da entrambe le parti con PSA che ha ottenuto il 99,8% dei voti favorevoli mentre FCA ha riscosso un tasso di approvazione del 99,1% dei propri azionisti. Le due Case automobilistiche ora sono più vicine che mai, pronte a costruire un domani brillante insieme come hanno dichiarato John Elkann e Carlos Tavares, futuro Presidente e futuro CEO di Stellantis.

Non ci resta dunque che aspettare la nascita ufficiale del Gruppo Stellantis con la fusione definitiva delle due Case che avverrà tra meno di due settimane, esattamente il 16 gennaio 2021. La nuova società verrà poi quotata il 18 gennaio alla Borsa di Milano e Parigi e il giorno dopo alla Borsa di New York. 

Un percorso tortuoso

La strada verso la fusione è iniziata diversi anni fa ed è in un certo senso figlia della visione dello scomparso AD nonché fautore della nascita di FCA Sergio Marchionne, che in tempi non sospetti aveva affermato come in un futuro non lontano l'industria automobilistica si sarebbe raggruppata in non più di 3-4 colossi mondiali, ribadendo già allora come le alleanze fossero assolutamente necessarie e "tutti parlano con tutti".

FCA ha di sicuro parlato, se non con tutti, con molti, cercando possibili partner in modo trasversale e iniziando da titani cinesi come Geely e il gruppo coreano Hyundai-Kia, anche se la prima ipotesi concreta di fusione è arrivata nel 2019 con Renault, capogruppo dell'Alleanza che coinvolge anche Nissan e Mitsubishi e che avrebbe portato alla creazione della terza realtà mondiale per volumi dopo Toyota e Volkswagen.

Questa trattativa è saltata a giugno di quell'anno per il mancato accordo sulle condizioni richieste dal governo francese che detiene il 15% di Renault e che aveva richiesto tra le altre cose determinate garanzie sul fronte dell'occupazione.

Di lì a poco si è riaperto il dialogo con PSA avviato dallo stesso Marchionne prima della sua scomparsa, avvenuta nel luglio del 2018 e che era stato accantonato a causa di difficoltà non dissimili da quelle che hanno fatto saltare il banco con Renault.

Stavolta, l'ostacolo maggiore non è arrivato dalla Francia ma direttamente dall'Unione Europea, che ha sollevato perplessità su una possibile posizione di monopolio che il gruppo avrebbe potuto avere su alcuni mercati non per le automobili ma per i commerciali leggeri. Problema risolto lo scorso 21 dicembre, quando l'Unione ha dato il via libera pur con delle precise condizioni, consentendo ai due partner di accelerare i tempi sull'ultimo atto della procedura di fusione.

Nel frattempo, FCA ha dovuto risolvere il non semplice problema del proprio riassetto, acuito dall'emergenza Covid durante la quale la controllata italiana della società ha ottenuto un mega-prestito con garanzia del governo italiano con l'impegno di utilizzarli per sostenere la filiera nazionale, seguita da polemiche sull'annuncio del futuro impiego di piattaforme PSA per la realizzazione di alcuni modelli strategici, come l'erede della Punto. 

Le tappe fondamentali

Escluso questo, i momenti-chiave dell'alleanza si possono riassumere in quattro date: il 17 dicembre 2019, data della definizione del primo accordo poi modificato il successivo 15 settembre per ridefinire l'assetto finanziario a seguito degli effetti della pandemia di Coronavirus (tra l'altro con la riduzione dei dividendi da distribuire agli azionisti FCA da 5,5 A 2,9 miliardi di euro). 

Tra questi 2 eventi abbiamo assistito all'ufficializzazione del nome Stellantis, avvenuta il 15 luglio scorso (con presentazione del logo il 9 novembre), alla nomina del Consiglio di Amministrazione che è stato annunciato il 29 settembre nell'attesa del pronunciamento della commissione europea antitrust arrivata appunto una quindicina di giorni fa. 

Chi controlla Stellantis

Sulla carta Stellantis, che avrà sede legale in Olanda e un  valore di 9 milioni di veicoli l'anno e 200 miliardi di fatturato, è una fusione al 50% tra FCA e PSA: il ruolo di amministratore delegato sarà ricoperto dall'attuale numero uno del gruppo francese, Carlos Tavares, mentre il consiglio di amministrazione sarà composto da 5 personalità di ciascun gruppo fondatore con la presidenza conferita a John Elkann e Mike Manley, erede di Sergio Marchionne, responsabile del mercato americano.

A livello di partecipazione azionaria, il 14,4% sarà detenuto dalla Exor, società di proprietà della famiglia Agnelli, seguita in ordine di importanza dalla famiglia Peugeot, dallo stato francese e dalla cinese Dongfeng, già partner di PSA.