L’accordo tra FCA e PSA è fatto. Ma quali saranno le mosse attraverso cui la fusione si realizzerà mettendo insieme tecnologie, piattaforme e modelli? Nel recente passato, FCA ha proceduto con “rebadging”, agevolati dai diversi mercati in cui i modelli dei rispettivi marchi agivano. PSA, invece, con Opel aveva preparato il campo grazie con vetture che si basavano già su piattaforme proprie, pur se realizzate a tempi di record. I francesi inoltre sembrano essere in netto vantaggio nel campo dell’elettrificazione.

Vediamo come potrebbero procedere per segmenti.

 Segmento A (le citycar)

È il più problematico perché è quello a redditività più bassa. Praticamente impossibile elettrificarlo, ma Fiat sta preparando una nuova piattaforma BEV per la 500 elettrica, ha la Panda e la 500 che sono mattatrici autentiche e per le loro eredi la piattaforma dovrebbe essere già in lavorazione.

PSA, dopo aver abbandonato l’accordo con Toyota per la 108 e la C1 stava meditando sul da farsi, anche per Opel che si è disfatta di Agila e Karl e anche l’Adam è ai titoli di coda. Con il nuovo accordo tutti i marchi del nuovo gruppo potranno pensare di mantenere una piccola in gamma. E gli stabilimenti italiani potrebbero pensarci per tutti.

Nuova Fiat 500, il rendering
Peugeot 108 MY 2018

Segmento B (le utilitarie)

PSA ha una piattaforma nuovissima e flessibile come la CMP. In questo caso, la Punto potrà avere l’erede più volte messa in discussione, ma bisognerà trovarle uno spazio. Qui, più degli ingegneri, dovranno lavorare gli uomini del marketing. Trovare alla nuova Punto il giusto posizionamento tra Peugeot 208, Citroen C3 e Opel Corsa non sarà facile.

Con ogni probabilità, la valutazione sarà fatta in base anche alle diverse aree geografiche di interesse come il Sudamerica. Ironia della sorte, Corsa e Punto – se tornerà a vivere – si ritroveranno a condividere la stessa piattaforma dato che l’italiana sfrutta ancora quella sviluppata a suo tempo con General Motors.

Nuova Peugeot 208 (2019)
Rendering Fiat Punto 2020

I modelli di segmento B SUV

Peugeot 2008, Citroen C3 Aircross, Opel Grandland X, Grandland X da una parte, dall’altra la Fiat 500X e la Jeep Renegade. Anche qui la piattaforma CMP farà da supporto al versante italo-americano che ha nello stabilimento di Melfi la sua base.

Qui non sembrano esserci problemi di posizionamento anche per la nuova Mokka X che si annuncia più compatta e sportiveggiante. Anche in questo caso, la piattaforma CMP offre tutte le soluzioni del caso, anche per l’elettrificazione. Ne potrebbe trarre spunto l’Alfa Romeo per un nuovo modello in sostituzione dell’Alfa Romeo MiTo.

Peugeot e-2008
Alfa Romeo MiTo, la storia

Segmento C (le compatte)

Anche qui le possibilità di sinergia e di differenziazione sono notevoli. Peugeot 308 e Citroen C4 Cactus sono già ben distanti per caratteristiche. La Fiat aveva la Tipo, ora ha solo la Palio: la prima potrebbe rivivere, magari in forma di crossover, la seconda presidiare la zona bassa e “utilitaristica” del listino con un occhio ai mercati emergenti.

Citroen ha nella C4 Elysee qualcosa di simile, ma solo nella variante 3 volumi. Più complicate le decisioni per la Giulietta e l’Astra. Nel primo caso bisogna aggiustare il tiro (presto) e vedere che cosa fare per sfruttare al meglio l’impianto di Cassino, nel secondo caso c’è un po’ più di tempo per decidere cosa fare dello stabilimento britannico di Ellesmere Port.  

Alfa Romeo Giulietta 2019
2015 Opel Astra

Segmento C-Suv

Peugeot 3008/5008, C4 Aircross, Grandland X e DS7 Crossback devono trovare la quadra con la Compass e la Tonale, che è praticamente pronta. La Jeep sfrutta la Small Wide nata per auto di segmento B, meglio sicuramente la EMP2 che è pronta anche per auto di segmento D e per l’elettrificazione, ma non è predisposta per la trazione integrale meccanica. Lo stesso problema si pone per la 500X e soprattutto per la Renegade. Bisognerà dunque fare alcune valutazioni, industriali e di mercato.

Peugeot 3008
Alfa Romeo Tonale, i render

Segmento C-MPV (le multispazio)

La Citroen C4 Spacetourer e la Opel Meriva sono fra le ultime superstiti di un segmento stritolato dai Suv e dai van. Ma proprio per questo almeno una di loro potrebbe sopravvivere nella sua forma attuale oppure dirottare questo ruolo alla Fiat che ha perso prima la Multipla e poi la Freemont, di derivazione americana.

Citroen e Opel potrebbero invece virare verso i crossover, in particolare quest’ultima. Ma nello sviluppare le sinergie in questa fascia gli strateghi del gruppo dovranno tenere in maggiore considerazione le esigenze dei mercati americani e orientali.

Citroën C4 SpaceTourer 2018
Fiat Multipla

Segmento D (le berline classiche)

La Insignia è la Opel più fresca e la 508 lo è altrettanto per la Peugeot, ma è chiaro che la tedesca sfrutterà la base della francese diventando un’auto diversa oppure mantenendo una opportuna differenziazione: più grande e classica rispetto alla 508 più coupè e stilosa.

Ovviamente con l’ibrido plug-in. Ben più impegnativa la decisione che riguarda la Giulia che sfrutta la piattaforma Giorgio a motore longitudinale e trazione posteriore. Anche qui saranno considerazioni sull’intero marchio Alfa Romeo a risultare decisive per il futuro. La Chrysler e la Dodge hanno abbandonato questo segmento sin dai tempi della 200 e della Dart.

Peugeot 508 Point of Review
Alfa Romeo Stelvio vs Giulia Quadrifoglio, la Drag Race

Segmento D-Suv

La Cherokee e la Stelvio sono auto profondamente diverse e sfruttano piattaforme diverse. Anche in questo caso entrano in gioco le considerazioni che riguardano il brand Alfa e le esigenze di mercati diversi da quello europeo.

Senza contare che è in arrivo una Maserati di queste dimensioni. Qui non si pongono problemi di posizionamento, ma industriali e di sinergie. Potrebbe essere una buona occasione per Opel per rispolverare la propria tradizione offroad rappresentata dalla Frontera, senza andare a disturbare la Wrangler.

Opel Frontera 012
2018 Jeep Wrangler

Segmento E, berline, monovolume e Suv

Alfa Romeo attende ancora la sua ammiraglia, se arriverà. In America bisognerà vedere che cosa fare di modelli come la 300C e dei van Pacifica e Voyager oppure puntare direttamente dritto sulla Jeep Commander. La Grand Cherokee e la Dodge Durango potrebbero sfruttare le stesse piattaforme di Alfa Romeo e Maserati, ma c’è un problema di costi che va affrontato così come quello di veicoli di nicchia come RCZ, 4C e 124 per non parlare di muscle car dome le Dodge Charger e Challenger. La Maserati Quattroporte vivrà di vita propria.

Fiat 124 Spider Urbana Edition
Peugeot RCZ

I pick-up e i commerciali

In questo caso è tutto molto facile. FCA e PSA sono stati partner per decenni e lo sono ancora con l’accordo Sevel Sud che riguarda lo stabilimento di Atessa (Chieti) e rinnovato fino al 2023. PSA aveva già pensato allo stabilimento di Gliwice in Polonia per potenziare i suoi volumi produttivi e potrebbero essere questi due i poli anche per il futuro che riguarda gli LCV per i marchi Citroen, Fiat, Peugeot, Opel e anche Ram in Nordamerica che è anche specialista nei pick-up, ma troppo grandi per il mercato europeo.

Fiat ha il Fullback di origine Mitsubishi nel segmento da 1 tonnellata, importantissimo a livello globale. Dunque è da valutare se è meglio stabilire un accordo con terzi o farsene uno in casa, da costruire magari in Cina o, meglio ancora, in India per aggirare i dazi USA.

Ram 1500 Limited Black Edition
Fiat Fullback

I sistemi di propulsione

C’è da decidere quali motori far sopravvivere. Se la questione non si pone dai motori V6 in su, per altri sarà vita o morte. FCA ha i suoi nuovi 3 e 4 cilindri della famiglia FireFly, PSA ha i suoi Puretech: bisognerà prendere decisioni drastiche anche se potrebbero convivere per un lasso di tempo, visto che quelli italiani sono stati sviluppati anche pensando ai mercati sudamericani e a bruciare anche etanolo. Nella decisione peseranno tre fattori: il loro grado di predisposizione all’elettrificazione, gli investimenti già effettuati e quelli già preventivati per il loro sviluppo futuro.

Quanto ai motori elettrici, quelli che sta impiegando PSA sono prodotti da fornitori esterni e nel medio termine è improbabile una soluzione differente. Del resto la componente strategica sono le batterie e da questo punto di vista il Gruppo francese si è fatto promotore di un consorzio franco-tedesco in stile Airbus per creare un industria europea per la produzione di batterie. Grazie alla fusione, FCA vi rientrerebbe a pieno titolo con potenziali ricadute positive per l'indotto italiano.

Nel campo dei motori a gasolio, la sorte dello storico 1.248 cc sembra segnata e, per ragioni diverse, anche quella dell’1.6 e del 2,1 litri italiani. Gli 1,5 e 2 litri francesi appaiono più moderni e più adatti ai tempi. Non c’è storia invece per l’elettrificazione: PSA è partita prima, soprattutto per quanto riguarda le batterie, anzi è stata tra le promotrici del grande consorzio che dovrebbe nascere in Europa per contrastare lo strapotere di cinesi, giapponesi e coreani.

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