Non sempre una fabbrica è soltanto un luogo dove si producono oggetti, in questo caso automobili: a volte, come per il complesso di Mirafiori, uno stabilimento produttivo può diventare molto di più ed essere annoverato tra i simboli della città stessa.
Non potrebbe essere diversamente se consideriamo che Mirafiori, nell'omonimo quartiere di Torino, è nato per affiancate e poi sostituite un altro complesso considerato non meno rappresentativo per la Fiat e per Torino, quello del Lingotto, che ancora oggi è sede di convegni e ospita un'area fieristica e un centro commerciale. L'opera destinata a superarla è stata però qualcosa di grandioso non soltanto per le dimensioni.
Un'opera imponente
Il complesso di Mirafiori è stato progettato negli Anni '30 dall'architetto Bonadé Bottin secondo i criteri più avanzati dell'epoca: dalla disposizione degli edifici alla loro forma, che favoriva l'illuminazione ideale, fino ai tunnel sotterranei che collegano tuttora le varie aree del complesso estendendosi per circa 20 km, completati in superficie da una serie di terminali ferroviari.
La guerra fuori e... dentro
L'inaugurazione risale al 1939, al termine di un decennio difficile per l'Italia, che stava per affrontare l'entrata in guerra, e importante per Fiat, che appena tre anni prima aveva lanciato la sua prima autovettura moderna, la 500 meglio nota come Topolino. La quale tuttavia avrebbe preso davvero casa a Mirafiori soltanto dopo la Seconda guerra Mondiale, quando il nuovo complesso ha finalmente avviato davvero la sua attività di fabbrica di automobili.
Nel frattempo, Mirafiori è stata anche teatro di una delle più celebri proteste che la storia dell'industria italiana abbia mai vissuto: lo sciopero del 5 marzo 1943, che ha avuto eco e seguito in tutto il Nord Italia, è considerato il primo episodio della lunga serie di proteste che hanno portato al crollo del regime fascista.
Si riparte dalle utilitarie
La 500 nelle versioni A, B e C e la 1100, due dei modelli più diffusi nella storia della Casa torinese, sono quindi stati i primi a venir costruiti a Mirafiori al termine del conflitto, dopo una parziale ricostruzione del complesso danneggiato dai bombardamenti. La rapida crescita che ha accompagnato la ripresa postbellica nel 1956 ha reso necessario il primo ampliamento, con la costruzione del secondo complesso, quello di Mirafiori Sud.
In quest'area, Fiat ha concentrato in particolare la produzione dei motori e le presse per lo stampaggio dei lamierati, accompagnando un progresso tecnico che dal dopoguerra ha visto la progressiva affermazione della struttura a scocca portante, introdotta con la 1400 nel 1950. Il nuovo blocco è stato terminato 2 anni più tardi, quando le linee di produzione sfornavano già a buon ritmo le due auto-simbolo delle motorizzazione di massa, la 600 e la Nuova 500.
I tumulti degli Anni '70
Con un ritrovato benessere un'economica in crescita che si misurava anche e soprattutto attraverso le automobili (quelle circolanti in Italia nel '69 erano già oltre 9 milioni e sarebbero raddoppiate in 10 anni), Mirafiori ha di nuovo dovuto fare i conti con le rivolte operaie, stavolta per via del rinnovo dei contratti nazionali, che nel '69 sono sfociate nell'occupazione dello stabilimento, e più tardi con la crisi petrolifera che non ha però arrestato l'espansione dell'automobile.
Sono infatti anche gli anni in cui il complesso di Mirafiori ha toccato l'apice della crescita produttiva e un ruolo di riferimento non soltanto nazionale in campo tecnologico. Le auto più importanti di quel periodo sono state la Fiat 128 e la Fiat 127, prime Fiat a trazione anteriore, e la 131 Mirafiori, battezzata così proprio per celebrare il sito produttivo.
L'era moderna
Negli Anni '80, oltre a dare i natali alla Panda e alla Uno, Mirafiori ha accolto sulle sue linee di assemblaggio anche modelli di altri marchi del Gruppo Fiat, iniziando dalla Lancia Thema costruita assieme alla Fiat Croma su un pianale nato dalla collaborazione del Gruppo stesso (di cui lancia faceva parte dal '70 e che si era nel frattempo allargato comprendendo anche Alfa Romeo) con la svedese Saab.
Nella grande fabbrica torinese la produzione è stata gradualmente integrata con processi computerizzati e automatizzati tramite robot. Malgrado questo, i mutati equilibri economici hanno avviato il lento processo di delocalizzazione.
La produzione dei motori, per esempio, è stata progressivamente trasferita a Termoli e in alcune fabbriche estere, ed anche se nel corso degli Anni '90 il grosso della gamma Fiat (con La Punto, la Multipla e la Marea, la Lancia Libra e poi anche Alfa Romeo 166) ha continuato a essere costruito a Torino, lo stabilimento si preparava già ad un lento spopolamento.
Nel 2004 la produzione dei motori è cessata definitivamente e dopo l'uscita di scena di delle piccole monovolume Fiat Idea e Lancia Musa, quella automobilistica si è concentrata sulla Punto a cui dal 2008 si è affiancata quella della Alfa Romeo MiTo, costruita sullo stesso pianale.
Nello stesso anno è stato celebrato il rilancio del marchio Abarth, con sede allestita in una delle officine storiche di Mirafiori insieme al centro stile del marchio Fiat. Tuttavia, i modelli partoriti dopo il passaggio, come la 500L e la 500X, sono stati destinati ad alte fabbriche.
Nel 2016, due anni dopo la creazione del gruppo Fiat-Chrysler o FCA, la produzione dei modelli di volumi del marchio Maserati è stata spostata a Torino e a Mirafiori ha preso il via l'assemblaggio del SUV Maserati Levante che dal 2018, con l'uscita di scena senza eredi di Fiat Punto e Alfa Romeo MiTo, e per i successivi 2 anni, si è ritrovato ad essere l'unico modello prodotto.
Di nuovo al centro
La rinascita di Mirafiori è coincisa con l'avvio dell'era elettrica: nel 2019, in occasione degli 80 anni del complesso, FCA ha annunciato l'intenzione di fare dello storico stabilimento la casa della nuova generazione della 500, il primo modello 100% elettrico del nuovo corso, investendo una cifra pari a 700 milioni di euro per allestire linee di assemblaggio nuove e altamente automatizzate e creare un "Battery Hub", un centro di competenza per le batterie.
Avviata nella seconda metà del 2020, poco prima dell'annuncio della storica fusione con PSA che ha dato vita al colosso Stellantis, la produzione della 500 elettrica impiega circa 1.200 addetti con una capacità massima di 80.000 unità l'anno ed è stata accompagnata dalla realizzazione, sempre a Mirafiori, del più ambizioso progetto di applicazione della tecnologia Vehicle to Grid, per lo scambio energetico tra i veicoli e la rete.
Ma è stato soltanto l'inizio: lo scorso ottobre, Stellantis ha annunciato lo spostamento a Mirafiori dell'intera produzione delle Maserati Ghibli e Quattroporte, prima assemblate a Grugliasco, con creazione dello “Stellantis Turin Manufacturing District” che guiderà il marchio del Tridente nel passaggio graduale all'elettrico, mantenendo nel contempo anche la produzione dell'attuale 500 elettrica e della prossima generazione.
I numeri di Mirafiori
Inaugurazione | 1939 |
Proprietà | Gruppo Stellantis |
Collocazione | Quartiere di Mirafiori, Torino, Italia |
Superficie complessiva | 2.000.000 di metri quadri |
Dipendenti impiegati | 20.000 circa |
Altre attività | Centro Stile Fiat, Stellantis Turin Manufacturing District, Battery Hub, Heritage Hub (marchi dell'ex gruppo Fiat tranne Alfa Romeo), Mirafiori Motor Village |
Modelli attualmente prodotti | Fiat Nuova 500 elettrica, Maserati Levante |
Modelli storici prodotti | Fiat 500 “Topolino”, 1100, 1400 e 1900, 1100/103, 600, Nuova 500,1200, 1800-2100, 1300-1500, 850, 124, 125, 127, 131, Panda, Uno, Croma, Marea, Punto e Grande Punto, Multipla, Stilo, Idea, Autobianchi Y10, Lancia Thema, Lybra, Musa e Thesis, Alfa Romeo MiTo. |
Modelli di prossima produzione | Maserari Ghibli e Quattroporte |