Ci siamo. Il 25 settembre è dietro l’angolo e l’Italia è chiamata a un voto che ha già l’aura dello spartiacque. Del resto, la ragnatela di sfide che ci aspetta è tra le più insidiose da decenni, con il cortocircuito geopolitica-energia a stagliarsi sul sinistro sfondo dell’emergenza climatica. Non è difficile intuire quanto in uno scenario simile la politica debba dimostrare di saper prendere decisioni estremamente calibrate.

Lontano dagli echi di litigi e polemiche, il nostro compito è quello di fare informazione sull’evoluzione dell’industria automobilistica, sempre più intrecciata proprio a quella dell’energia. Per questo motivo, abbiamo chiesto a tutte le forze in campo di spiegarci come intendono porre le basi della mobilità del futuro, rispondendo agli interrogativi di un settore che incrocia fatalmente i temi dello sviluppo economico e dell’ambiente.

L’obiettivo è di fornire a tutti, automobilisti e addetti ai lavori, una fotografia ben definita delle ricette in campo, per una filiera che con quasi 270.000 addetti e 93 miliardi di fatturato vale oltre il 5% del Pil nazionale. E che, soprattutto, si trova nel mezzo di una transizione che può essere subita o in qualche modo cavalcata.

Spazio quindi alle parole dei protagonisti, che si stanno alternando su queste pagine approfondendo un argomento di straordinaria rilevanza, toccato però finora solo incidentalmente in campagna elettorale

Le interviste