L'attrazione esercitata dalle terre emiliane sugli appassionati di motori è ben nota anche a coloro che non ci sono nati: così è per Horacio Pagani, argentino con origini italiane collocate però nella provincia di Como, la cui passione per i motori lo porta ad esprimere il suo talento alla Lamborghini e poi a fondare, nei dintorni di Modena, la sua Casa automobilistica che nel 1998 crea un'auto destinata a fare epoca, la Zonda.
Considerata una delle supercar più importanti e significative di sempre, non soltanto perché segna il passo tra il vecchio e il nuovo millenni, la Zonda è l'auto che rivoluziona l'estetica delle prestazioni e porta sulle strade l'avanguardia tecnica dei materiali compositi di cui Horacio è sostenitore e pioniere appunto dai tempi dell'esperienza in Lamborghini.
Il prototipo
Il concetto costruttivo su cui si basa la prima Zonda è stato sviluppato da Horacio alla fine degli Anni '80, quando poco prima di realizzare la Lamborghini Countach 25° Anniversario contribuisce ad allestire un prototipo con parti in composito, la famosa Countach Evoluzione mai arrivata alla produzione.
Di lì a qualche anno a Modena, per l'esattezza a San Cesario sul Panaro, nasce la Pagani Automobili, fondata nel 1991 come Modena Design e come fornitrice di componentistica per marchi di prestigio, e un anno dopo ribattezzata con il nome del fondatore e il chiaro intento di produrre modelli propri.
Pagani Zonda C12 Prototipo 1998
La sua opera prima dovrebbe in realtà chiamarsi Fangio F1 in onore del grande pilota, anch'egli argentino, per cui Horacio prova grande ammirazione e che lo ha aiutato a ottenere la fornitura dei motori AMG dalla Mercedes per la sua supercar.
Purtroppo, Juan Manuel Fangio viene a mancare nel 1995, quando lo sviluppo dell'auto è già in fase avanzata. Per non rischiare che l'omaggio venga interpretato come un tentativo di sfruttare il nome di Fangio dopo la sua scomparsa, Pagani preferisce cambiare nome e ribattezzare l'auto Zonda, nome di uno dei venti che spazzano la Pampa.
La Zonda C12
La prima Zonda è lunga 4,4 metri e larga circa 2,05 metri, ha un'altezza di circa 1,15 e soprattutto, grazie al largo uso di materiali leggeri per struttura, telaio e carrozzeria, pesa poco più di 1.200 kg, pochi considerando che dietro l'abitacolo a due posti si trova un possente V12 di 6,0 litri serie M120 Mercedes, lo stesso usato sull'ammiraglia S600.
Nella prima versione, il motore eroga poco meno di 400 CV (450 CV a richiesta), a 5.200 giri, e una coppia che va dai 570 ai 640 Nm. Sono numeri notevoli ma non esorbitanti, che nel tempo saranno superati largamente ma che così già bastano a spingere la sportiva fino a 330 km/h con 0-100 km/h in circa 4 secondi.
Pagani Zonda C12 1999
Della prima versione vengono prodotti pochissimi esemplari, appena cinque, di cui soltanto tre venduti a oltre 300.000 euro l'uno. Il primo esemplare di serie sarà restaurato e rimesso a nuovo 20 anni dopo, nel 2019, e presentato nuovamente al Salone di Ginevra.
L'auto ha forme sinuose che si rifanno vagamente a quelle delle Mercedes da endurance, ma con una forte personalità ed elementi caratteristici come i quattro scarichi racchiusi in un unico elemento circolare al centro del posteriore.
Pagani Zonda C12, la plancia
La ragione di una produzione così limitata è presto spiegata: Pagani non punta a costruire un modello "in serie", ma piuttosto a caratterizzare le sue creazioni con evoluzioni costanti e continue. Per questo, già nel 2000, arriva la versione S con motore Mercedes-AMG da 7,0 litri e 550 CV per uno 0-100 da 3.7 secondi, mentre nel 2002 è la volta della S 7.3.
Pagani Zonda C12 S Roadster 2003
Da quest'ultima si ricava anche la variante Roadster, che arriva nel 2003 e totalizza una quarantina di unità vendute.
Da qui, si parte con le evoluzioni "pesanti", iniziando dalla Zonda F, con cui Pagani riprende l'antico proposito di omaggiare il nome di Juan Manuel Fangio, ma quest'auto è già a tutti gli effetti un "nuovo modello" modificato in molte parti.