I SUV e i crossover si stanno espandendo sempre più sul mercato, e infatti i costruttori offrono varianti un po’ per tutti i gusti e le necessità: da quelli elettrici, fino a quelli ad alte prestazioni. Ma se i SUV elettrici o ibridi hanno orami ricevuto il “benestare” da parte di tutti gli automobilisti, c'è ancora chi nutre non poche riserve su quelli dal piglio più sportivo. Quante volte, infatti, abbiamo sentito dire che un modello con le “ruote alte” non potrà mai essere davvero sportivo? Ma è davvero così?
Per scoprirlo abbiamo messo a confronto la nuova Hyundai Kona N con la sorella i30 N sul circuito di Monza in occasione della tappa italiana della Hyundai Driving Experience. Un contesto estremo per due vetture che nascono per essere utilizzate nel quotidiano, dove hanno potuto dimostrare davvero di che pasta sono fatte.
Diverse fuori, uguali dentro
Il motivo di questo confronto è presto detto. Entrambe le vetture condividono piattaforma e powertrain. In particolare, sia la Kona N sia la i30 N nascono sulla piattaforma K2 del costruttore coreano. La prima è lunga 4,21 metri, larga 1,80 metri e alta 1,56 metri, mentre la seconda porta la lunghezza fino a 4,34 metri per 1,79 metri di larghezza e 1,44 metri di altezza. Il passo, invece, è quasi identico per entrambe: 2,60 metri per la Kona e 2,65 metri per la i30. Simile è anche il peso, con la Kona che ferma l’ago della bilancia a 1.585 kg e la i30 che invece non va oltre i 1.530 kg.
Anche il motore è identico: entrambe le N di Hyundai sono spinte da un 2 litri turbo a 4 cilindri con una potenza di 280 CV per 392 Nm di coppia, scaricati sulle sole ruote anteriori attraverso un cambio a doppia frizione e otto rapporti. Leggermente diverse le prestazioni: la Kona N accelera da 0 a 100 km/h in 5,5 secondi e raggiunge i 240 km/h di velocità massima, mentre la i30 N ferma il cronometro a 5,4 secondi nello scatto da 0 a 100 km/h, correndo poi fino a 250 km/h.
Hyundai i30 N: il suo habitat è la pista
Numeri a parte, è il momento di vedere come se la cavano le due vetture nel tempio della velocità. Le condizioni sono proibitive. Mentre ci accingiamo a scendere in pista, sull’Autodromo di Monza si abbatte un temporale degno di film apocalittico. Cominciamo con la i30 N che del resto conosciamo da più tempo. I sedili a guscio (optional) aiutano a trovarsi subito a proprio agio una volta a bordo. Premiamo il tasto start e il 2 litri si mette in moto con un rombo profondo e gutturale che riempie l’abitacolo e nonostante l’acqua in pista, selezioniamo subito la modalità N, la più cattiva tra quelle disponibili.
Entriamo in pista e ci lanciamo verso la prima variante. La i30 N mangia metri di pista con una voracità impressionante: turbo-lag ai minimi termini e in un attimo voliamo sul filo dei 200 km/h, mentre il doppia frizione snocciola una marcia dopo l’altra con una rapidità impressionante. Anche in modalità manuale sembra in grado di passare al rapporto successivo non appena appoggiamo le dita sul paddle di destra. Il tutto condito da questo incredibile scarico, che tra scoppi e borbottii vari fa sentire come su un’auto da rally. Ha dell’incredibile che in Hyundai siano riusciti a far omologare uno terminale del genere.
Stacchiamo per inserirci nella prima chicane. La frenata è decisa e anche sul bagnato la i30 resta stabile. Saltiamo sul primo cordolo e via sul secondo con l'auto che digerisce anche i trasferimenti di carico più violenti. Merito dello schema sospensivo MacPherson all’anteriore e multilink al posteriore, su cui lavorano ammortizzatori a controllo elettronico che se nella modalità N risultano fin troppo rigidi per l’uso quotidiano su strada, in pista sono perfetti. In uscita l’asfalto bagnato non ci aiuta a trovare subito grip. Di potenza ce n’è tanta e nonostante l’autobloccante e finiamo comunque con il cedere ad po’ di sottosterzo.
Hyundai Kona N: cattiva, ma più equilibrata
Dopo qualche giro con la i30 N è il momento di passare alla Kona N. A bordo l’atmosfera è leggermente meno racing, soprattutto per via dei sedili che qui, pur restando molto contenitivi, sono comunque più ampi e comodi. Mettiamo in moto e partiamo. La Kona N si spinge in avanti con la stessa decisione della sorella più bassa da terra. In un attimo ci si trova a velocità impressionanti passando da una marcia all’altra in un battito di ciglia, anche se lo scarico qui è più “educato” e urlando meno di quello della i30 N, non ti da mai l’esatta percezione di quanto in realtà si stia andando forte.
Il comparto sospensivo, come dicevamo, è il medesimo, ma la taratura degli ammortizzatori qui è leggermente diversa e lo si percepisce soprattutto nei cambi di direzione. La Kona N è leggermente più lenta e il rollio è (anche se in piccola parte) più marcato. Nonostante questo, fuori dalle curve il SUV più cattivo di Hyundai sembra fare meno fatica a trovare grip e nel complesso, in condizioni estreme come quelle di questa giornata, obbliga a meno interventi sul volante per mantenere la macchina in traiettoria.
Nonostante la maggiore altezza da terra, la Kona è molto precisa. Basta puntare l'avantreno sul punto di corda per sentire il posteriore seguire la traiettoria impostata in maniera neutra e sincera. Inoltre, l'assetto meno estremo le permette di aggredire con più facilità i cordoli, consentendoci di saltare su di essi riuscendo sempre a mantenere il perfetto controllo dell'auto.
Parola di pilota
Nel corso dell’evento abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con un pilota del calibro di Gabriele Tarquini, che proprio con Hyundai ha vinto il campionato TCR nel 2018, con il quale abbiamo scambiato qualche considerazione sulle due auto, concentrandoci particolarmente sulla Kona N.
“Sono rimasto positivamente sorpreso dalla dinamica della vettura – spiega il driver abruzzese -. Ciò che mi ha colpito di più è l’avantreno. Nonostante l’altezza da terra gli inserimenti sono sempre molto precisi, permettendo così di poter disegnare traiettorie sempre molto veloci e precise.
Al volante della Kona N si può davvero apprezzare il grande lavoro svolto da Hyundai sul fronte della messa a punto, frutto del grande lavoro effettuato in pista nei tanti anni di lavoro nel campionato TCR. Molte delle soluzioni messe a punto in pista si ritrovano poi sulla gamma N, tanto sulla i30, quanto sulla Kona”.
Quale scegliere?
Insomma, dopo due intense giornate al volante delle due N più prestazionali di Hyundai ci sentiamo di sfatare il mito secondo il quale un SUV non possa essere sportivo. La Kona N non ha nulla da invidiare alla i30 N. Sa essere precisa e veloce allo stesso modo. La differenza tra le due sta tutta nell’impostazione generale della vettura che, sulla Kona, è leggermente meno estrema rispetto alla i30. La taratura della hothatch coreana è davvero tanto cattiva e in generale se si cerca un’esperienza di guida quanto più simile possibile ad un’auto da corsa allora la scelta non può che cadere su di lei.
Se invece volete un’auto sportiva, ma più sfruttabile nel quotidiano, allora la Kona N potrebbe fare al caso vostro. Anzi, in condizioni estreme come quelle che abbiamo trovato sul tracciato di Monza la Kona si è comportata addirittura meglio della i30. L’assetto un po' più morbido ha reso la vettura meno nervosa e più gestibile sul bagnato. In uscita dalle curve è stato più semplice andare a prendere i tratti meno gommati del circuito che in condizioni di pioggia offrono maggiore grip, riuscendo così a sfruttare più efficacemente i 280 CV a disposizione. Il tutto nonostante i maggiori centimetri che la separano dal suolo rispetto alla i30.
Il corso per chi ha voglia di correre
A proposito della Hyundai Driving Experience, si tratta di un corso di guida che permette di apprendere nozioni di guida utili non soltanto quando si va in pista, ma anche nella guida di tutti i giorni. Si va dagli esercizi di frenata o di scarto di un ostacolo, fino agli hot lap in pista a bordo delle i20 N e i30 N. Il corso di Livello 1 della durata di un giorno e mezzo costa 529 euro con la i30 N e 429 euro con la i20 N e comprende il pernotto in hotel e tre pasti. Il pacchetto di Livello 2 da due giorni e mezzo costa 899 euro con la i30 N e 799 euro con la i20 N e include le notti in hotel e sei pasti.