Nove anni di successi: la storia della prima XC60 è più unica che rara, dal momento che i suoi migliori numeri li ha ottenuti proprio verso fine carriera, nel 2016. La “campanella” però è suonata anche per lei ed eccomi al volante della nuova generazione, costruita sulla piattaforma della XC90. Un’auto con la quale ha anche molto altro in comune, a partire dai sistemi di sicurezza, area nella quale la più piccola si “permette” di far debuttare una nuova tecnologia.


Com’è


Prima di darvi le mie impressioni visive “devo” parlarvi del sistema che aiuta a scartare pedoni, ciclisti e animali in caso di emergenza. Oltre alla già nota frenata automatica sulla nuova XC60 l’elettronica aiuta a sterzare, nel caso in cui fosse troppo tardi per fermarsi. Il sistema non gira al posto di chi guida, ma lo facilita nella manovra, dando una sorta di invito alla sterzata. Collegata a questa funzione c’è quella che ti rimette nella tua corsia, se per distrazione o per errore stai deviando dalla “retta via” e dietro di te arriva qualcuno. Il tutto, fino a 128 km/h. Detto dei sistemi di assistenza alla guida, ci si rende subito conto di essere davanti a un gran pezzo di design. Se è vero che la somiglianza con la sorella più grande XC90 è evidente e anche voluta, non posso negare che la più piccola dà l’impressione di essere più schiacciata verso il basso e dunque più sportiva. Dentro, schermo centrale verticale da 9”, due grandi bocchette verticali accanto ad esso e un bassissimo numero di tasti fisici sono il marchio di fabbrica Volvo, che riesce a far incontrare minimalismo estetico e facilità d’uso. Lo spazio? Sulla XC60 ce n’è davvero tanto, mentre il bagagliaio non è al top: 505/1.432 litri abbattendo gli schienali dei sedili posteriori. Audi Q5, BMW X3 e Mercedes GLC fanno tutte meglio, con 550 litri di capacità minima e 1.550/1600 di massima. In ogni caso il vano è regolare, non c’è gradino fra piano e soglia di carico e non manca il tunnel sci.


Come va



Gli ingegneri Volvo sono molto orgogliosi di quanto ottenuto dal punto di vista del piacere di guida. I progressi rispetto al vecchio modello li percepisco subito e anche se penso alla XC90 (le due macchine hanno la stessa piattaforma) qui ritrovo parecchia agilità in più. Ma le tedesche, per feeling di sterzo e per ciò che sanno fare in curva, sono ancora un gradino sopra. Se poi volete il massimo dal punto di vista della dinamica, non risparmiate i 2.320 euro delle sospensioni pneumatiche con controllo attivo del telaio Four-C, presenti sulla macchina che ho guidato. In Sport, infatti, è più il bonus che danno in agilità di quello che tolgono al comfort. A proposito di quest’ultimo, è difficile chiedere e trovare di meglio in questa categoria. Persino coi grandi cerchi da 20” non si innescano mai scossoni, mentre il turbodiesel è ben isolato. In quanto quattro cilindri, un filo di ruvidità c’è, a pieno gas e ai medi regimi (tra 2.000 e 3.000), ma nulla di più rispetto alla concorrenza. Concorrenza che però ha anche motori diversi dai 4 cilindri: non Volvo che ha fatto una scelta drastica, visto che sia i benzina sia i diesel sono tutti dei 2.000 a 4 cilindri appunto, che si differenziano “giocando” col turbo e con l’ibridizzazione. Quello che ho guidato è il più potente fra quelli a gasolio, quello da 235 CV e 480 Nm di coppia della D5. Su strada, le sensazioni confermano gli ottimi numeri, con risposte sempre pronte al pedale del gas. Il cambio? L’automatico a 8 rapporti è di serie, non è il più rapido in assoluto ma è molto fluido nel funzionamento.


Curiosità



La riproposizione di uno stesso design su più auto, appartenenti anche a segmenti diversi (adattato ovviamente alle varie dimensioni), è comune ormai a molti marchi, Volvo inclusa. Curiosamente, però, gli svedesi hanno “rubato” i fari posteriori alla V90 e non alla XC90. Personalmente, si tratta di una scelta felice, perché si tratta di gruppi ottici molto più originali e caratterizzati.


Quanto costa



Le versioni davvero interessanti per l’Italia sono solo due D4 e D5 perché la più piccola fra quelle con motore a benzina, la T5, con i suoi 254 CV è decisamente “troppa”. Il prezzo base della D4, in allestimento Business, è di quasi 51.000 euro. La dotazione di serie è generosa, ma la cifra è abbastanza impegnativa, se si pensa che supera quella di Q5, X3 e GLC. Di sicuro i contenuti non mancano e in Volvo sono sicuri di poter ripetere il successo della vecchia XC60.


La scheda


Motore: 2.0 4 cilindri turbodiesel
Potenza: 235 CV
Coppia: 480 Nm a 1.750 giri
Consumo medio (secondo ciclo NEDC): 5,5 l/100 km
Emissioni CO2: 144 g/km
Accelerazione 0-100 km/h: 7,2 secondi

Fotogallery: Volvo XC60, a tutto comfort e sicurezza [VIDEO]