Quanto è importante il design italiano nella storia dell’auto cinese? E che peso hanno i designer nostrani nell’auto costruita e progettata in Cina o con capitali cinesi?

Una domanda sicuramente attuale, dopo la notizia del nuovo ruolo di Walter de Silva come responsabile del design della neonata azienda che produrrà auto elettriche e ibride in Emilia, dopo l’accordo tra la società di ingegneria Silk EV e la grande casa automobilistica cinese FAW.

Le matite italiane e le auto cinesi hanno una storia in comune ormai da oltre 25 anni; un fenomeno non semplice da analizzare, se non per esempi, dato il rapidissimo sviluppo dell’automobile orientale. La costante è che l’Italia ha un peso considerevole da sempre, anche se con qualche sostanziale differenza tra oggi e ieri.

L’era dei “cloni” e l’arrivo dei designer italiani in Cina

La prima epoca della produzione cinese abbondava di cloni di altre vetture internazionali, dalla Matiz alla BMW X5, dalla smart alla Fiat Panda, e in ogni caso l’obiettivo era importare know-how in un mercato privo di storia automobilistica e di automobilisti, ma dalla crescita esplosiva e disordinata: lo dimostra la comparsa, e spesso anche la rapida sparizione, di intere famiglie di nuovi marchi.

In questa fase iniziale, le firme italiane cercavano spazi importanti, ma vendevano soprattutto un modo di fare auto, agendo anche su piattaforme vecchie o comunque già esistenti. Erano proprio i nostri designer ad insegnare l’importanza del copyright e dell’originalità delle forme, insieme al valore dell’estetica nella scelta di una vettura e nella chiara definizione di un brand.

In questo primo periodo, moltissime le matite italiane coinvolte; ad esempio:

  • le collaborazioni di Chery con Fumia Design di Enrico Fumia, già importante designer di Pininfarina e Lancia, ad esempio per la QQ Sport, e con Torino Design di Roberto Piatti (ex Bertone) per la QQ seconda serie e altre concept car
  • la nascita di Bertone China nel 2010, soprattutto durante la guida di Mike Robinson, già in forza in Fiat Lancia, chiusa dopo il fallimento della carrozzeria piemontese
  • le vetture di Fioravanti design, del noto designer Pininfarina Leonardo Fioravanti, come le BAIC C90L del 2012 e S900 del 2013
  • la storica presenza di Pininfarina in Cina dal 1996, con la collaborazione con moltissime case automobilistiche: tra queste, nel tempo, BAIC, Brilliance, Chery, Changfeng, FAW, Foton, GAC, JAC, Hafei, SEM, SGM

L’esempio di Pininfarina mostra come già dalla metà degli Anni "90 molti centri stile della tradizione europea abbiano aperto succursali in Cina, per poter lavorare direttamente con l"industria locale, senza problemi legati all’export straniero, e seguirne la progressiva espansione.

Alfa Romeo Pandion 2010
Alfa Romeo Pandion 2010

La nuova fase: il design italiano come valore aggiunto

Ora si assiste a una curiosa inversione di tendenza. Il mercato cinese è ormai evoluto, la clientela vuole vetture di livello e qualità internazionali, e le vendite continuano a salire al contrario di altre parti del mondo, con grande redditività e progettualità, e un approccio deciso verso le nuove tecnologie, a cominciare dall’elettrico.

Oggi quindi il design italiano non serve per una progettazione da zero di un modello o un brand, ma come valore aggiunto di “Made in Italy”, oppure ingegnerizzazione di tecnologie innovative, compreso il mondo delle supercar.

Qualche esempio:

  • Italdesign e Youxia Motors: hanno stretto un accordo triennale per lo sviluppo stilistico e ingegneristico e la produzione di una concept car a emissioni zero (2019)
  • Giorgetto e Fabrizio Giugiaro, dal 2015 autonomi con GFG Style: hanno presentato recentemente le vetture Techrules Ren (2017), sportiva a zero emissioni; Sibylla, berlina di rappresentanza con pianale rialzato per Envision Energy (Shanghai); Kangaroo, hyper suv elettrico con CH Auto di Pechino (2019)
  • Icona Design: ultimamente ha proposto concept car come Fuselage, Vulcano, Neo e Nucleus, ma soprattutto il fondatore Teresio Gaudio ha avuto molto presto l’intuizione di diventare fornitore delle aziende cinesi, non solo automobilistiche
  • Pininfarina: continuano le collaborazioni importanti, come Karma Automotive con la Karma GT by Pininfarina, e soprattutto Grove Hydrogen Automotive Company Limited con la concept car a idrogeno creata dal team cinese di Pininfarina Shanghai (2019)
  • Lvchi Venere, disegnata da I.De.A. Institute, è invece una vicenda finita in tribunale: i 500 esemplari avrebbero dovuto essere realizzati a Moncalieri con un investimento cinese di 40 milioni, poi Lvchi si è ritirata dalla vendite, e con il fallimento il progetto completo è andato all’asta.
Karma GT 2019
Karma GT 2019
GFG Sibylla GG80 2018
GFG Sibylla GG80 2018

Investimenti cinesi in Italia

La vicenda della Lvchi Venere mostra come non sempre gli investimenti in un progetto con capitali cinesi abbia avuto un lieto fine, probabilmente come in tutte le iniziative in qualche modo pionieristiche. Quello che però è da notare, è lo spostamento verso l’Italia di imprenditori cinesi, con il finanziamento di strutture nel nostro paese, tra le quali anche centri stile e di progettazione:

  • Lancio Design, che ha sede in San Mauro Torinese, e che è una succursale del brand cinese Launch, una delle prime aziende indipendenti di design della Cina
  • Changan, costruttore di Chongqing che ha realizzato a Rivoli (Torino) il suo terzo centro di ricerca globale già dal 2012, denominato Changan Automobile European Designing Center
  • la Xev YoYo è invece l’esempio di un progetto completo: quella che viene definita l’auto elettrica più economica al mondo, a partire da 6.500 euro, è stata realizzata grazie alla collaborazione del Politecnico di Torino, ma da un car maker cinese con sede in Italia. Oltre alla Yoyo, Xev produce il quadriciclo Baw Kitty e il SUV iEV7S, con 10 rivenditori in Italia destinati ad aumentare.
  • Evergrande, colosso cinese del settore immobiliare, sta per entrare nel mercato automotive con prodotti di alta gamma elettrici in concorrenza con Tesla, e, oltre ad importanti investimenti, ha stretto rapporti con numerose realtà di design italiane: Pininfarina e Icona design, innanzi tutto, e c’è anche la matita di Mike Robinson per i futuri progetti.
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Design cinese anche a guida europea

C’è anche un altro percorso: le Case cinesi sopravvissute alla prima fase, spesso dei colossi attivi anche in altri settori, stanno creando i propri centri stile interni, con delle succursali anche in Europa. In molti casi, sono chiamati alla guida di questi centri, importanti designer italiani o europei:

  • Stefan Sielaff, che dopo anni nel gruppo Volkswagen, fino alla recente guida di Bentley, ha raggiunto Geely, con tutti i suoi brand, quali Volvo, Polestar, Lotus, Lynk&Co, ecc.; qui già erano confluiti precedenti designer Volvo, impegnati ora in tutto il gruppo, come l’attuale responsabile Peter Horbury
  • Ken Okuyama, già responsabile del design Pininfarina, ha disegnato la Aiways U5, primo SUV elettrico di un’azienda cinese venduto in Europa
  • Gert Hildebrand guidava il centro di design Qoros, aperto appositamente in Germania per il brand premium di Chery, ma che dal 2017 non venderà più auto in Europa: i designer dell"attuale Qoros 7 sono cinesi.

In vista c’è una nuova generazione di designer cinesi, formati in scuole internazionali, e responsabili dei centri stile interni; per fare un esempio, Shao Jingfeng di SAIC. Il design cinese sta acquistando autonomia, e sta iniziando ad attirare l’attenzione internazionale, non solo in campo automobilistico.

E Walter De Silva? Dopo la fine dell’avventura Volkswagen, e la sua attività di designer di scarpe da donna, si appresta a disegnare nuovamente auto per un brand a capitale cinese in Italia. In realtà non è nuovo alla creazione di auto made in China: sua è la firma della Arcfox ECF, un SUV del 2019 del nuovo marchio di Beijing Electric Vehicle, divisione di BAIC che produrrà solo auto elettriche. Sicuramente, la sua presenza nella Motor Valley è da considerare un valore aggiunto importante, trattandosi di un designer italiano di chiara fama.

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