Lo scorso anno in Cina sono state venduti 26,8 milioni di auto nuove, mentre in Europa nel 2022 il totale ha raggiunto quota 10,1 milioni di vetture. Già solo questo primo dato fa capire quanto sia dinamico e in mutamento il mercato cinese dell'auto, il più grande del mondo e in grado di esportare anche 2,5 milioni di auto.
Se a questo aggiungiamo che in Cina vengono prodotte auto con 170 marchi diversi e che in Europa sono solo poche decine i brand originari del Vecchio Continente, allora risulta facile intuire quanto sia "sterminata" e mutevole l'offerta di nuove auto cinesi, alle prese con continui restyling, modifiche di model year e rapidissimi cambi di modello.
La sempre più prossima, ma ancora non concretizzata, invasione di auto cinesi in Europa potrebbe portare con sé questa "agitazione" tipica del mercato asiatico, importandone la rapidità di rinnovamento. Per saperlo possiamo solo attendere quel giorno, ma intanto è bene conoscere le dinamiche così peculiari dei gruppi auto cinesi, dei loro marchi e dei loro modelli sempre più numerosi.
- I nuovi marchi cinesi di proprietà dello stato
- I nuovi marchi cinesi indipendenti
- I marchi cinesi scomparsi
In Cina un ricambio continuo di modelli e restyling
Ormai in Cina nasce o rinasce un marchio con ritmi mensili e non passa giorno che non venga annunciato un nuovo modello. Se in Europa siamo abituati a un ciclo di vita per una nuova auto che dura circa 6 anni con un restyling di metà carriera ogni 3 anni, in Cina i facelift si susseguono a 2 anni uno dall'altro e anche per il cambio di generazione di un auto capita di attendere appena 4 anni.
Tra le centinaia di esempi in tal senso si può prendere quello della WEY VV6, il SUV compatto cinese che è stato prodotto per appena quattro anni (dal 2018 al 2021) con motore 2.0 turbo benzina e presto soppiantato dalle nuove sport utility elettriche o ibride plug-in.

Wey VV6

EVO4
Prendendo invece un modello venduto anche in Italia possiamo parlare della DR 4, il SUV molisano che ha un po' seguito i ritmi di aggiornamento del modello cinese da cui deriva. Basato sulla cinese JAC Refine S3, dopo il lancio nel 2017 ha cambiato marchio diventando EVO4 nel 2020 ed è stato oggetto di un importante restyling nel 2023.
Nuovi marchi che arrivano...
A questo scenario così mutevole e decisamente frenetico per gli standard occidentali, il più grande Paese costruttore di auto aggiunge un continuo fiorire di nuovi marchi, soprattutto indipendenti e votati ormai solo ai cosiddetti NEV (New Energy Vehicle), ovvero auto elettriche, ibride plug-in e range extender.

Tank 500

Chery Tiggo 9
Ma anche i grandi gruppi statali si sono adeguati al trend e sfornano in continuazione nuovi brand e sotto brand, oltre che modelli inediti. Il risultato è che più della metà dei marchi cinesi ha meno di 10 anni di vita.

Aion Hyper SSR

Arcfox Kaola

Omoda 5
Tra i gruppi controllati direttamente dallo Stato si possono ad esempio citare i nuovi marchi Bestune di FAW nato nel 2016, Voyah e Nammi di Dongfeng (2020 e 2023), Arcfox di BAIC (2017), Aion di GAC (2018) e Jaecco, Jetour e Omoda di Chery (2023, 2018 e 2022).
I nuovi marchi cinesi di proprietà dello stato
Ecco l'elenco completo dei nuovi marchi cinesi nati recentemente da gruppi auto di proprietà dello stato:
- BAIC
- Arcfox (2017)
- Beijing (2020)
- Brilliance Auto Group
- SWM (2016)
- Changan
- Avatr (2021)
- Deepal (2008)
- Oshan (2018)
- Qiyuan (2023)
- Chery
- Exeed (2017)
- iCAR (2023)
- Jaecco (2023)
- Jetour (2018)
- Kaiyi (2023)
- Luxeed (2023)
- Omoda (2022)
- Dongfeng
- Aeolus (2009)
- Dongfeng Nano (2023)
- Forthing (2001)
- Lingxi (2023)
- Venucia (2010)
- Voyah (2020)
- FAW
- Bestune (2016)
- Fujian Motors Group
- Yudo Auto (2017)
- GAC
- Aion (2018)
- Everus (2008)
- Leahead (2015)
- Trumpchi (2010)
- JAC Motors
- Refine (2016)
- Sehol (2020)
- Jiangling Motors
- Dadao (2023)
- JMC Yusheng (2010)
- Lexing (2023)
- JMCG
- JMEV (2015)
- SAIC Motor
- IM Motors (2020)
- Maxus (2011)
- MG Motor (2006)
- Rising Auto (2020)
- Roewe (2006)
- Weichai (Chongqing) Automotive
- Enranger (2012)
- VGV (2019)

Voyah Free

Forthing U-Tour V9

SWM Big Tiger EDi EREV

Maxus Mifa 9
I nuovi marchi cinesi indipendenti
Qui sotto trovate invece alcuni dei marchi indipendenti più giovani, nati negli ultimi dieci anni:
- Aito (2021)
- Aiways (2017)
- Avatr (2021)
- Cao Cao Auto (2023)
- BYD (2003)
- Denza (2010)
- FangChengBao (2023)
- Yangwang (2023)
- Geely
- Geely Galaxy (2023)
- Geely Geometry (2019)
- Hengchi (2020)
- HiPhi (2017)
- Hozon Auto (2014)
- Neta (2019)
- Jidu Auto (2021)
- Leapmotor (2016)
- Li Auto (2015)
- Livan (2022)
- Lynk & Co (2016)
- Mengshi (2023)
- NIO (2014)
- Niutron (2021)
- Docan (2023)
- Ora (2018)
- Radar (2022)
- Seres (2016)
- SiTech (2018)
- Skyworth (2017)
- Tank (2021)
- Weltmeister (2015)
- WEY (2016)
- Xpeng (2014)
- Yiwei (2023)
- XiaoPaoChe (2022)
- Zedriv (2017)
- Zeekr (2021)

Mengshi M-Hero 917

Jidu Robo 01

HiPhi Y

Yangwang U8
... e marchi cinesi che se ne vanno
Con una così serrata scadenza di nuovi marchi e modelli lanciati sul mercato è naturale attendersi una altrettanto rapida uscita di scena di brand e auto, anche giovani. Basta ricordare, tra i tanti, i casi di Qoros che era pronto a sbarcare in Europa già nel 2015, ma che è fallito nel 2022, oppure di Shuanghuan Auto che è esistita dal 1998 al 2016 ed è riuscita a vendere anche in Italia il suo SUV CEO (simil BMW X5) e la piccola Bubble (quasi una copia della smart fortwo).

Qoros 3 (2014)

Shuanghuan CEO (2005)
A questi possiamo aggiungere autentiche meteore cinesi passate rapidamente anche in Europa e nel nostro Paese come Brilliance con la sua berlina BS6, i SUV e pick-up Gonow e Katay, la Great Wall Voleex C20R o l'avventura della rinata Borgward finita nel nulla nel 2020 come quella di Evergrande e le sue Saab elettriche marchiate NEVS.

Great Wall Voleex C20R

Brilliance BS6

Borgward BX5

NEVS 9-3
Promessa e mai arrivata è invece la Silk-FAW S9, la supercar ibrida prodotta da Hongqi che doveva uscire dal mai nato stabilimento di Reggio Emilia.

Silk-FAW S9