Le auto elettriche sono ormai realtà e ogni costruttore del Pianeta ne ha almeno una in gamma, mentre i pochi che ancora non hanno effettuato il grande passo si stanno preparando al debutto nel mondo dei modelli a batteria. Una rivoluzione che cambia la mobilità e non solo. Il passaggio all'elettrico infatti è anche questione di marketing.
Strategie di comunicazione per dare all'elettrico un'identità propria, che cambia quindi la filosofia con la quale vengono battezzati i modelli. Per questo sono nati sub brand dedicati, nomi completamente nuovi o ripescati dal passato e sigle particolari. Ma come si stanno muovendo le varie Case?
Basta una lettera
Per alcune il nome di un'auto elettrica è semplice da definire: si aggiunge una lettera, un suffisso o un prefisso al nome del modello classico e il gioco è fatto. Scelta conservativa per dare una continuità alla propria gamma.
Un esempio è la Renault Megane E-Tech Electric, il crossover alla spina della Losanga che mantiene il nome della storia compatta, con l'aggiunta di un doppio suffisso: E-Tech, quello che in Renault identifica i modelli elettrificati, ed Electric, a definirne la natura esclusivamente a batterie.

Renault Megane E-Tech Electric

Fiat 500 elettrica
Stesso discorso per Citroen e Peugeot: nomi e sigle rimangono quelli classici, preceduti dalla lettera "E". Così la Citroen C4 diventa Citroen E-C4 mentre la Peugeot 208 diventa Peugeot e-208.
Anche la Fiat 500 segue tale strategia, senza però esplicitare nel nome il tipo di powertrain utilizzato: quella elettrica si chiama Nuova 500. Un "Nuova" che basta e avanza per dichiarare come ci siano cambiamenti radicali rispetto a quella tradizionale.
C'è poi l'esempio di Ford con la Mustang Mach-E, che con la storica muscle car non ha nulla a che spartire ma utilizzandone il nome vuole esprimere fin da subito un carattere sportivo, aggiungendo la "E" al posto del numero 1, utilizzato già negli anni '60 per indicare le versioni più potenti della Mustang originale.

Ford Mustang Mach-E GT

Peugeot e-308
Volkswagen, della quale riparleremo più sotto, starebbe pensando di mantenere alcuni nomi storici per futuri modelli elettrici. È il caso di Golf e Tiguan, destinati a rimanere anche dopo il completo passaggio all'elettrico. Troppo importanti e radicati nella storia di Wolfsburg per abbandonarli.
A volte ritornano
Altre Case invece approfittano del passaggio all'elettrico puro per rispolverare nomi storici, abbandonati per anni. Anche in questo caso bisogna citare Ford che, anche se non è ancora confermato, si starebbe preparando a utilizzare nuovamente il nome Capri, questa volta però da appiccicare sulla carrozzeria di un crossover elettrico.
Sempre al di là dell'Atlantico la General Motors ha deciso di chiamare Hummer il proprio - immenso - SUV elettrico. Omaggio nel nome e nelle forme all'esagerato fuoristrada nato da un mezzo militare e prodotto fino al 2010.
Piccoli brand crescono
C'è chi poi per le auto elettriche ha deciso di creare sub brand dedicati. Una strategia che per alcuni permette di mantenere nomi classici, differenziandoli però dai modelli con motori termici, per altri invece rappresenta l'occasione di lanciare naming completamente nuovi.

BMW iX1

Mercedes EQE
Del primo gruppo fa parte BMW che già nel 2011 con la i3 Concept ha presentato il sub brand "i", dedicato alle auto elettriche. Dopo la compatta la sportiva i8 la lettera è stata affiancata a numeri e sigle classiche della Casa bavarese: iX1, iX3, i4, i7: tutte controparti a batterie delle varie X1, X3, Serie 4 e Serie 7, con le quali condividono stile esterno e interno.
Stessa filosofia seguita, con qualche differenza, da Mercedes che nella famiglia EQ raggruppa tutte le proprie auto elettriche, abbinando alla sigla le lettere che da decenni vengono utilizzate per modelli con motori a combustione. Ecco quindi che la EQE rappresenta la versione a batterie della Classe E, la EQS quella dell'ammiraglia Classe S e così via.
Per Volkswagen invece la strada attualmente è quella di utilizzare il sub brand ID con numeri e lettere inediti: ID.3, ID.4, ID.5, ID.Buzz. In futuro però, come detto, le cose sono destinate a cambiare e potremmo quindi trovarci davanti a modelli come ID.Golf e ID.Tiguan.

Volkswagen ID.3 restyling

Audi Q4 e-tron
Diversa invece la strategia utilizzata da Audi: la famiglia e-tron infatti è in trasformazione. Tenuta a battesimo dal SUV medio e-tron si è poi allargata con la berlina e-tron GT per poi omologarsi con la gamma endotermica prendendone la filosofia di naming. Prima la Q4 e-tron, poi la Q8 e-tron. Entrambi SUV che alla lettera che caratterizza tutte le Audi con assetto rialzato abbinata al suffisso delle elettriche di Ingolstadt. Una strada tracciata che in futuro porterà i numeri pari all'interno della famiglia e-tron, lasciando quelli dispari per i modelli con - anche - motori benzina o diesel. Così, già dalla prossima generazione, l'Audi A4 si trasformerà in Audi A5, nome fino a oggi riservato alle coupé (2 e 4 porte) medie dei 4 Anelli.
Hyundai e Kia invece hanno approfittato del passaggio all'elettrico non solo per creare sotto brand dedicati, Ioniq per la prima ed EV per la seconda, ma anche per ripensare il come battezzare i propri modelli a batteria. Sono nate così le Hyundai Ioniq 5 e Kia EV6.

Hyundai Ioniq 5

Kia EV6 GT
In futuro?
Con l'aumentare dei modelli 100% elettrici e l'abbandono dei motori termici le cose potrebbero cambiare ulteriormente. Mercedes ha infatti già annunciato che presto il brand EQ non servirà più, perché le auto a batteria saranno la prassi. Altri potrebbero seguire l'esempio della Stella, mandando quindi in pensione sottomarchi nati per contraddistinguere gamme a batteria e guidare una transizione energetica pronta - a meno di clamorosi dietrofront - a diventare legge in Europa a partire dal 2035.