La presentazione della Fiat Panda, ben quarant’anni fa al Quirinale davanti al Presidente Sandro Pertini, presagisce già il suo ruolo, quasi istituzionale, ma senza rinunciare alla simpatia, nei confronti degli italiani. È una poliedrica compagna, di viaggio e di lavoro, per infinite categorie di patentati, dall’operaio all’Avvocato Agnelli.

Con la trazione integrale si trasforma in un’agile fuoristrada. Dopo essere, per anni, bollata come emblema della mediocrità e della povertà viene rivalutata come un mito, da rispettare e difendere al pari di Ferrari e Lamborghini.

Fotogallery: Fiat Panda, un piccolo grande mito italiano

Una rivoluzione dal basso

Dopo l’esperienza maturata con la 127 e le soluzioni di Dante Giacosa, la Fiat sente il bisogno alla fine degli Anni ‘70 di sostituire la 126, ancora basata sull’idea, un po" arcaica, del motore raffreddato ad aria e della trazione posteriore risalenti ai tempi della 600.

Giorgetto Giugiaro si occupa di dar forma alla Fiat Panda, una scatoletta che spicca per una sapiente distribuzione dello spazio interno, grazie anche allo schema “tutt’avanti”.

La prima serie

Nel 1980 debutta la prima ed indimenticata Panda, con prezzi che partono da meno di 4 milioni di lire. Col vecchio bicilindrico, raffreddato ad aria, da 652 cc e 30 CV, e col nuovo quattro cilindri, da 903 cc e 45 CV, è la nuova best seller del Bel Paese.

Fiat Panda, un piccolo grande mito italiano

Diventa parte della fauna autoctona della città, e così pure della montagna grazie alla Panda 4x4. Tramite una speciale copertura in plastica, montata al posto del portellone, diventa anche un minivan, molto utilizzato dalla compagnia telefonica SIP. Grazie all’estro di Giugiaro vince il premio Compasso d’Oro nel 1981.

Fiat Panda, un piccolo grande mito italiano
Fiat Panda, un piccolo grande mito italiano

La Supernova

Nel 1986 la Panda riceve dei ritocchi, principalmente su frontale e portellone, lasciando inalterata la forma e la sostanza. Arrivano il cambio automatico, il nuovo 1.3 diesel e il 1.0 Fire, poi evoluto a 1.1, raggiungendo “l’esuberante“ potenza di 54 CV. Prodotta fino al 2003 è la più longeva delle Panda, disponibile in una miriade di allestimenti, come Young e CLX.

Fiat Panda, un piccolo grande mito italiano

All’improvviso una sconosciuta

Il modello successivo del 2003, prodotto in Polonia, si chiama inizialmente Gingo, ma Renault accusa Fiat di aver coniato un nome troppo simile a Twingo, mentre gente comune e semplici appassionati rimproverano il Lingotto di fare un’altra auto dal nulla, priva di legami col passato. Così a Torino riutilizzano il vecchio nome Panda, creando quel continuum con la produzione degli anni precedenti che in Fiat, specialmente in quegli anni, viene sempre più a mancare.

Fiat Panda, un piccolo grande mito italiano

Tutta un’altra Panda

La seconda serie, per meglio fronteggiare l’agguerrita concorrenza, fa un balzo qualitativo rispetto alla minimalista precedente. Munita di cinque porte, riceve i nuovi benzina e diesel Multijet, con al top la pepata 100 HP da 185 Km/h ed unica variante sportiva in quarant’anni di carriera. Per i più parsimoniosi arrivano le alimentazioni a GPL e metano. Grazie al prezzo d’attacco di 8.000 euro continua a vendere come il pane. Nel 2004 conquista il titolo di Auto dell’Anno e, di nuovo, il Compasso d’Oro.

Fiat Panda, un piccolo grande mito italiano
Fiat Panda, un piccolo grande mito italiano

Ritorno al Made in Italy

Nell’era Marchionne, dopo una lunga trattativa sindacale, il Pandino torna in Italia, esattamente a Pomigliano d’Arco, ex casa dell’Alfa Romeo Alfasud. Arrivano il nuovo TwinAir a due cilindri e la mild hybrid, confermandosi ancora capace di evolversi e di adattarsi alla nuova ventata di sensibilizzazione ambientalista.

Una piccola montanara

Quando si parla della Fiat Panda è impossibile non pensare alla Panda 4x4, più popolare e lodata di quella normale. Tutto inizia negli Anni ‘80 con la prima serie, che riceve la trazione integrale grazie all’austriaca Steyr Puch.

Fiat Panda, un piccolo grande mito italiano

Con la Supernova comincia ad atteggiarsi un po’ come il Range Rover dei poveri attraverso varie serie speciali, come la Sisley e la Country Club. Con la seconda serie arriva anche la più rustica Cross, tutt’ora presente con la terza.

Un fuoristrada per tutti

La Panda 4x4, partendo dai 12 milioni di lire negli Anni ‘80 e da meno di 20.000 euro oggi, è il 4WD più economico sulla piazza, con le Suzuki Samurai e Jimny come uniche rivali.

Sa anche correre

La Fiat Panda partecipa a diversi rally, anche col marchio Seat. Ha il coraggio di partecipare alla Dakar come PanDakar, una volta anche insieme a Miki Biasion.

Fiat Panda, un piccolo grande mito italiano

La gemella spagnola

La prima Panda viene prodotta anche dalla Seat, all’epoca vassalla Fiat in terra iberica, declinata pure in versione furgoncino. La Seat Panda, con l’abbandono del marchio barcellonese da parte di Torino, riceve un pesante maquillage, diventando la Seat Marbella.

Le altre Panda

Della prima serie vengono allestite anche la Panda Rock, una specie di torpedo campagnola firmata Moretti, la Panda Elettra, costosa versione con batterie al piombo e scarsa autonomia, e la Italia "90, unica ad essere anche cabriolet. La seconda serie sperimenta le celle combustibili con la Panda Hydrogen, nell’ambito di un progetto della Comunità Europea.

Un’icona vintage

La prima serie della Fiat Panda è oggi il trampolino di lancio per molti futuri collezionisti, grazie ai prezzi ancora bassi e all’abbondanza di molti ricambi in circolazione, seppur non tutti. Le quotazioni partono da molto in basso, toccando il picco dei 6.800 euro delle 4x4 più recenti, fate attenzione però ai tanti esemplari pasticciati che infestano gli annunci.

La Panda, ormai, è un simbolo in cui si riconoscono un po’ tutti, dal boomer stagionato al millennial speranzoso e squattrinato. Ben oltre 7.600.000 di unità diffuse, di cui oltre 4.000.000 della prima generazione e oltre 2.000.000 della seconda.

Dopo le notizie del novembre scorso qualcuno si è preoccupato sulla sua permanenza tra noi, per via delle stringenti normative sulle emissioni. La presentazione della concept Centoventi, all’ultimo Salone di Ginevra, ci fanno ben sperare su una quinta incarnazione della mitica citycar Fiat, pronta a ristabilire le regole della mobilità popolare.