La Lamborghini Miura è stata l'auto che ha dato il via all'epopea della Casa di Sant'Agata Bolognese, la "mamma" di tutti i modelli che negli anni hanno alimentato il mito del Toro. Ma non solo: alla sportiva voluta da Ferruccio e disegnata da Gandini si deve un'altra importante nascita: quella del termine "supercar".
Parola coniata nel 1966 per descrivere un'auto completamente fuori dagli schemi, un qualcosa che non si era mai visto prima. Da allora di supercar ne sono nate sempre di più, modelli che trascendono il semplice concetto di auto, diventando qualcosa di più. Molto di più. Ma cosa rende "super" una supercar? La risposta può sembrare semplice, ma provate a mettervi a un tavolo con altri appassionati di motori e preparatevi a infuocate discussioni.
Per provare a dare una risposta a quella che potrebbe essere la "domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto" del mondo dell'auto ci ha pensato l'Audrain Museum di Newport (Stati Uniti), museo dell'auto, con una nuova esposizione dedicata proprio alle supercar e dal nome "Cosa c'è di super nelle supercar"?
Alla ricerca della risposta giusta
Prestazioni da urlo? Forme senza tempo? Meccanica raffinatissima? Soluzioni tecnologiche all'avanguardia? Accelerazione bruciante? Certo, sono tutti elementi che appartengono al mondo delle supercar e che le definiscono. Ma è davvero tutto qui? O c'è qualcosa di più?
Il museo statunitense prova a rispondere ripercorrendo la storia delle supercar, partendo proprio dalla Miura "Dal primo uso diffuso del termine 'supercar', riferito alla Lamborghini Miura nel 1966, i produttori hanno continuato a sfidare i limiti delle prestazioni con le loro auto stradali.
Ferrari F40 e Porsche 959 hanno rappresentato due soluzioni selvaggiamente differenti negli anni '80, portando in primo piano la tecnologia dei turbocompressori. Molti considerano la McLaren F1 la più grande auto stradale di tutti i tempi. Molte altre auto importanti si sono susseguite nei 27 anni successivi, fino alla recente Tesla Model S Plaid completamente elettrica da 1.000 CV".
Da un V12 aspirato a 3 motori elettrici, una storia lunga 46 anni riassunta dall'Audrian Museum in 18 modelli, pezzi di un puzzle per provare a rispondere alla domanda.
Lamborghini Miura
Come detto la Miura è l'auto che ha portato alla nascita del termine supercar. Un'auto prima di tutto affascinante, con linee senza tempo a nascondere una meccanica di primissimo ordine, dominata dal V12 di 4 litri che sulla prima versione produceva 350 CV, scaricati a terra unicamente dalle ruote posteriori. Forse basta analizzarla nel dettaglio per capire cosa deve avere una supercar per essere tale: forma e funzione unite a creare qualcosa di bello, e velocissimo.
Porsche 959
Chi vi scrive la Porsche 959 (o meglio, un modellino) l'ha portata all'esame di quinta elementare, proprio per parlare di supercar. Perché all'epoca (la fine degli anni '80) rappresentava la quint'essenza dell'essere "super". Al debutto, era il 1986, rappresentava la Porsche più estrema mai creata e l'auto più veloce del mondo: 317 km/h di velocità massima grazie al suo 6 cilindri boxer biturbo di 2,8 litri da ben 450 CV, unito alla trazione integrale (raffinatissima, con possibilità di ripartire la coppia tra 50-50 e 20-80) e a soluzioni meccaniche e tecniche, come cofano e portiere in alluminio, paraurti anteriore in poliuretano, kevlar e resina epossidica rinforzata per il resto della carrozzeria.
Ferrari F40
Altro mito degli anni '80 e protagonista di un vero testa a testa con la Porsche 959, spodestata proprio dalla Ferrari F40 dal trono di "auto più veloce del mondo" nel 1987 grazie a uno strabiliante risultato di 326 km/h.
Ultimo modello nato sotto l'egida del Drake la F40 era agli antipodi rispetto alla rivale di Zuffenhausen: solo trazione posteriore, motore V8 (anche in questo caso però sovralimentato) ed elettronica ridotta al minimo. La F40 è la quint'essenza del rapporto uomo-macchina, dove ai 478 CV è abbinato un peso che supera di poco di 1.100 kg. Le forme non ancora attuali, mai esagerate (nonostante il vistoso alettone posteriore) da far innamorare a prima vista. Sì, anche lei è una vera supercar.
Vector W8
Forse la meno famosa della lista, ma di certo degna rappresentante del mondo delle supercar: motore V8 turbo da 625 CV, 0-100 in 4,2" e velocità massima di 389 km/h (dichiarati). Forme che richiamano il mondo Lamborghini tracciate su una monoscocca in alluminio. Una supercar dal passaporto statunitense prodotta in appena 22 esemplari tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90.
McLaren F1
Per 12 anni la McLaren F1 è stata l'auto stradale più veloce di sempre: 371,8 km/h. Un missile terra terra firmato da uno dei maggiori artisti dell'universo automotive: Gordon Murray.
Aerodinamica raffinatissima senza però ricorrere a vistose appendici appollaiate sulla carrozzeria, costituita interamente in fibra di carbonio, a fare da "culla" a un abitacolo altrettanto rivoluzionario: pilota al centro e ai lati, in posizione leggermente arretrata, i sedili dei 2 passeggeri. Una supercar raffinatissima che rinunciava a tutto ciò che poteva rappresentare un inutile "di più": ABS, trazione integrale, servosterzo o altro. Dalla sua aveva però un V12 firmato BMW di 6 litri da 627 CV a 7500 giri/min e 651 Nm a 5.600 giri/min.
Mercedes CLK GTR Straßenversion
Forse l'auto più estrema mai costruita in quel di Stoccarda, con buona pace delle varie AMG Black Series. Si perché la Mercedes CLK GTR Straßenversion (da leggere Strasseversion, versione da strada) altro non era se non la versione con la targa dell'auto che correva nel campionato GT. Che sia questo uno degli ingredienti necessari per rendere una supercar degna di tale nome?
Il motore era un V12 di 7,3 litri capace di 612 CV e montato subito dietro l'abitacolo, in posizione posteriore centrale. Telaio e carrozzeria in fibra di carbonio permettevano di risparmiare quanto più peso possibile, viste anche le dimensioni non certo ridotte: 4,9 metri di lunghezza. Non rinunciava però a sedili in pelle, climatizzatore, stereo e servosterzo. Il resto è superfluo e quindi non c'è.
Ferrari Enzo
La Ferrari Enzo rappresenta uno spartiacque per Maranello: dopo di lei le "non plus ultra" di Maranello, quelle nate per spingere oltre ogni dire le prestazioni, sono state elettrificate: la Ferrari LaFerrari prima e la SF90 poi. Un modello nato sulla scia della F50, la prima Ferrari nata dall'esperienza di Formula 1 del Cavallino, portando ogni elemento alle estreme conseguenze.
Motore V12 aspirato di 6 litri, 660 CV a 7.800 giri, forme che hanno sempre fatto discutere ma disegnate per essere il più efficienti possibili. Per molti è una delle Ferrari esteticamente meno riuscita della storia: ma quanto deve essere "sexy" una supercar?
Porsche Carrera GT
Forse i più giovani non se la ricordano e anche chi ha qualche capello in bianco potrebbe averla rimossa dalla mente, ma la Porsche Carrera GT rappresenta per la Cavallina la massima espressione di quel mondo "analogico" ormai lontano anni luce dal mondo auto attuale.
Eppure - perdonatemi l'espressione - di ciccia qui ce n'è a non finire. Motore V10 (aspirato, of course) da 612 CV, telaio monoscocca in fibra di carbonio, sospensioni push-rod, impianto frenante carboceramico, cambio manuale a 6 marce. Un'opera d'arte da godersi (anche) col vento tra i capelli. Così l'urlo del V10 si apprezza ancora di più.
Mercedes CLK DTM AMG
Può una "semplice" coupé rappresentare il mondo delle supercar? Beh, se ha un V8 sovralimentato da 590 CV, brucia lo 0-100 in 3,9" e tocca i 321 km/h probabilmente si.
E la Mercedes CLK DTM AMG lo faceva, omaggiando la CLK da corsa vittoriosa nel DTM dal 2000 al 2003. Un lupo travestito da pecora, agghindata da numerosi elementi in fibra di carbonio (come cofano, tetto, sedili da corsa), con carreggiata aumentata, centralina rimappata, impianto di raffreddamento completamente rivisto e via così.
Bugatti Veyron
Sua esagerazione la Bugatti Veyron. Per i numeri che la caratterizzano e per l'opulenza del progetto potrebbe essere tranquillamente inserita nel mondo delle hypercar. Ma se queste ultime sono (per la stragrande maggioranza) caratterizzate da una qualche propulsione elettrica, la Veyron allora è una supercar.
E che supercar: la prima auto di serie a raggiungere (e superare abbondantemente) i 1.000 CV di potenza (per arrivare a 1.200), grazie a un motore W16 di 8 litri che ha dato non pochi grattacapi agli ingegneri del Gruppo Volkswagen. Un trionfo di tutto ciò che di più esagerato c'è e capace - per la prima volta nella storia delle auto stradali - di superare i 400 km/h di velocità, fermandosi a 408,47. Record durato dal 2005 al 2007. Esagerato anche il prezzo: quasi 1,6 milioni di euro.
Mercedes SL65 Black Series
Quando la sigla "AMG" segue il brand Mercedes sappiamo che sotto al cofano sicuramente troverà posto un possente V8. Quando però il gioco si fa ancora più duro, in luogo dell'8 cilindri trova posto un possente V12, che solitamente spinge le evoluzioni più estreme delle belve tedesche. Una volta nella storia del Brand, questo possente motore ha dotato anche vita a un'estrema versione Black Series.
Presente nella classifica delle supercar dell'Audrain Museum, si tratta della SL65 Black Series da 670 CV, prodotta in soli 350 esemplari. Con la particolare caratteristica di avere il tetto rigido fisso, in luogo del rigido ripiegabile delle altre SL, si tratta di una delle auto più estreme mai uscite dal reparto sportivo della Casa.
Lamborghini Reventon Roadster
C'è chi definisce la Reventon la Lamborghini più bella mai realizzata fino a oggi e forse questo concetto è ancora più applicabile alla rarissima versione Roadster, che assomiglia più a una targa. Presentata nel 2008, è stata prodotta in soli 16 esemplari (le coupé erano 20) con un design ispirato a quello dei caccia supersonici.
Basata sulla piattaforma della Murcielago, era dotata del 6.5 V12 da 650 CV - rigorosamente aspirato - della Casa e della trazione integrale e le sue linee hanno ispirato quelle della successiva Aventador, presentata nel 2012.
Porsche 918 Spyder
La terza Porsche nella lista dell'Audrain Musesum è l'erede spirituale della Carrera GT. Si tratta dell'ibrida plug-in 918 Spyder, dotata del 4,6 litri V8 in posizione centrale, abbinato a due motori elettrici, per un totale di 887 CV. Un powertrain che all'epoca del debutto stupì gli appassionati di tutto il mondo, soprattutto per lo 0-100 km/h coperto in 2,4 secondi, grazie all'ausilio del rapidissimo cambio PDK a 7 rapporti.
L'iconicità di questa supercar, anche se la sua natura elettrificata e i suoi numeri la farebbero appartenere alla categoria superiore delle hypercar, è ancora maggiore se si pensa che nel Settembre 2013 fu la prima auto a battere il muro dei 7 minuti a giro sul circuito del Nurburgring.
Bugatti Chiron
Un mito moderno, capace non solo di ripercorrere le orme Veyron, ma di superarla in termini di esclusività ed esagerazione. La Bugatti Chiron infatti prende il W16 portandolo a raggiungere i 1.500 CV, 1.600 sulle versioni ancora più esagerate, con 1.600 Nm ad accompagnarli e scaricati a terra da tutte e 4 le ruote. Livelli da hypercar, raggiunti senza un briciolo di elettrificazione. Può essere quindi lei la quint'essenza del termine "supercar"?
Considerando anche le prestazioni, capaci di farla diventare - anche se non ufficialmente - l'auto di serie (ridottissima, appena 500 esemplari) più veloce del mondo: 490,484 km/h. La prima a sfondare il muro delle 300 miglia orarie. E se il suo nome non comparirà nel libro dei Guinnes poco importa, un bolide del genere di certo non verrà dimenticato presto. Anche perché, pare, sarà l'ultima Bugatti puramente endotermica. Ma questa è un'altra storia.
McLaren 620R
Quasi a conclusione della classifica, trova posto la McLaren più estrema mai prodotta in serie. Si tratta della 620R, che, realizzata in soli 225 esemplari, è la rappresentazione della guida in pista secondo il Brand inglese, con sedili in vera fibra di carbonio, assetto dedicato e vistoso spoiler posteriore. Si tratta a tutti gli effetti di una supercar, ma evoluta in chiave pistaiola, col classico V8 di 3,8 litri da 620 CV e 620 Nm e, soprattutto, un peso ridottissimo: appena 1.282 kg.
Ford GT
Infine, non poteva mancare una supercar americana, la Ford GT nella sua ultima evoluzione. Presentata nel 2016, come erede della GT40 che vinse la 24 Ore di Le Mans negli Anni '60 coronando il sogno della Casa. Tradizionalmente, la moderna Ford GT è considerata una delle auto più dirette e dinamicamente precise da guidare dell'ultimo decennio. Merito anche del suo V6 biturbo di 3,5 litri, portato con gli anni fino a 669 CV di potenza.
Ducati Panigale Superleggera V4
Nella classifica stilata dal Audrain Museum infine, hanno trovato posto anche due mezzi molto particolari. Il primo ha soltanto 2 ruote e si tratta della Ducati Panigale Superleggera V4, l'ultima evoluzione super sportiva della famosa moto italiana che per prestazioni e doti dinamiche può essere a tutti gli effetti paragonata a una supercar in chiave moto.
Tesla Model S Plaid
Dulcis in fundo, non poteva mancare infine un'auto elettrica, direttamente dal mondo attuale e in costante evoluzione tecnologica. Entra in questa particolare classifica quindi la Tesla Model S Plaid, l'ultima evoluzione sportiva della grande berlina di Elon Musk, che con 1.020 CV e 1.500 Nm di coppia dovrebbe (perché formalmente deve ancora arrivare sul mercato) essere in grado di coprire lo 0-100 in quasi 2 secondi. Accelerazione da ritrovarsi lo stomaco nei piedi. E che dite, il suo essere elettrica ma esageratissima la rende una vera supercar?